Newsletter #9, Ottobre 2020

Prendersi cura delle parole

Cinquantaquattro centimetri lineari di libreria, quarantacinque numeri, le voci di più di cinquecento autori diversi, quasi seimila pagine in totale, migliaia e migliaia di ore di lavoro, innumerevoli (e speriamo sempre più numerosi) lettori fedeli e saltuari: questa, in cifre, la rivista per le Medical Humanities nei suoi ormai quattordici anni di vita.

Approfittiamo di questo spazio per mostrare il "dietro le quinte" di quest'opera, edita dall'Ente ospedaliero cantonale in collaborazione con la Fondazione Sasso Corbaro, che mira ad assicurare e promuovere "una cultura etica della malattia e della cura", e ad alimentare costantemente la pratica quotidiana attraverso nuovi apporti e sguardi, accompagnando chi cura, così come chi è curato, in un'esperienza più piena, consapevole, continuamente ravvivata dal pensiero di altri. Una produzione editoriale che rappresenta essa stessa il frutto di un lavoro, corale e persistente, di cura, e non solo di riflessione sulla cura, che ha coinvolto molti attori, sin dalla sua gestazione – Sergio Garassini che l'ha vista prima che esistesse, Roberto Malacrida e Graziano Martignoni che l'hanno sognata e voluta, Bruno Monguzzi che vi ha dato forma, Valentina di Bernardo, Elisabetta Sassi, Matteo Terzaghi e la sottoscritta che hanno operato per darle vita, il tutto grazie alla volontà dell'Ente ospedaliero cantonale, con Carlo Maggini e Piero Luraschi che vi hanno creduto –, e a cui vari altri colleghi hanno collaborato, in un comitato redazionale evolutosi nel tempo (come i colophon, a cui rinviamo, testimoniano), senza dimenticare l'apporto dei moltissimi autori... Tutte persone che hanno contribuito al suo farsi, al suo trasformarsi e al suo mantenersi, garantendo la continuità di stile e la qualità nel tempo. 

Uno dei motti che ci hanno accompagnato negli anni nell'attività redazionale è stato: una testata che parla di cura, questa stessa cura la deve testimoniare. Al di là dei valori dichiarati, essa deve essere incarnata nel prodotto, che può arrivare nelle mani e sotto gli occhi di tutti, curanti e curati – perché, lo ricordiamo, la rivista può essere richiesta gratuitamente da ciascuno dei professionisti attivi presso l'Ente ospedaliero cantonale, e anche ottenuta su abbonamento o acquistata in libreria da chiunque, nonché consultata online (www.rivista-rmh.ch).

Ci siamo dunque impegnati a testimoniare questa cura nei fatti: nell'attenzione per la lingua e la precisione delle parole; nell'ascolto per le diverse voci; nel dialogo, non scontato, tra testi e immagini fotografiche; nell'equilibrio tra le varie parti – tra le narrazioni in presa diretta di chi opera sul campo e le analisi teoriche, tra gli sguardi dall'interno delle professioni sanitarie e gli sguardi da discipline adiacenti o distanti, tra le prospettive lucide e critiche e le aperture immaginifiche e speranzose. 
Abbiamo così esplorato, raccontato e, in tal modo, cercato di promuovere il tema della cura attraverso forme diverse, caratterizzanti anche le diverse sezioni ricorrenti della rivista: tra queste, i due dossier tematici, l'uno di taglio più propriamente Medical Humanities, filosofico-antropologico, l'altro centrato sull'etica clinica (che sin dall'inizio ha raccolto i materiali prodotti dalla COMEC, la Commissione di etica clinica dell'EOC, di cui la rivista è l'organo ufficiale); le interviste, che hanno permesso ai lettori di incontrare figure di ricercatori e scienziati, politici, pensatori, letterati, musicisti, scenografi, architetti...; i casi clinici, in forma puramente narrativa o accompagnati da discussione; le voci dalla formazione, che hanno favorito il dialogo con chi più consapevolmente sta costruendo il proprio sguardo sulla cura...

E in forme nuove il tema continuerà a svilupparsi, come nelle variazioni musicali: la medicina narrativa, con la sua attenzione per le storie e la letteratura, è uno dei motivi che nei numeri a venire potranno essere riconosciuti dai lettori. Lettori che danno un senso pieno al nostro impegno, poiché offrono il contributo più importante per una rivista: quello di chi la riceve, accoglie e, grazie alla propria lettura, rende viva, riportando i pensieri letti al letto del paziente.

Guenda Bernegger

Pensieri

Brevi approfondimenti, estratti di articoli, video, citazioni, idee, spunti o semplici annotazioni per riflettere insieme sui temi più attuali delle Medical Humanities.

«[Il] rapporto originario tra corpo e mondo, alla base della vita, si spezza in presenza di una malattia grave che rattrappisce il nostro tempo futuro e riduce il nostro spazio alla camera da letto. In questa situazione il mondo si allontana e non è più investito dal nostro interesse come accadeva nella pienezza della nostra esistenza, mentre il corpo, che più non coincide con la nostra soggettività, è guardato come semplice organismo, come sommatoria di organi da affidare alla scienza medica. In questa scissione tra soggettività e corpo io vedo l'essenza della malattia, dove il soggetto non è più al mondo, ma è concentrato nell'osservazione del suo corpo, vissuto non più come soggetto di vita, ma come semplice organismo, come si guarda un oggetto».
Umberto Galimberti, "Il nostro corpo non è l’organismo descritto dalla scienza", D, La Repubblica, 22.08.2020

«Faire de l'égalité des chances, ce n'est pas seulement égaliser les chances d'accès aux formations d'excellence. On travaille sur l'ambition de ceux qui ont des aspirations, en oubliant d'en donner à tous».
Jules Donzelot, Le Monde, 23.09.2020

«SARS-CoV-2 is a deadly addition to the long list of microbial threats to the human species. It forces us to adapt, react, and reconsider the nature of our relationship to the natural world. Emerging and re-emerging infectious diseases are epiphenomena of human existence and our interactions with each other, and with nature. As human societies grow in size and complexity, we create an endless variety of opportunities for genetically unstable infectious agents to emerge into the unfilled ecologic niches we continue to create. There is nothing new about this situation, except that we now live in a human-dominated world in which our increasingly extreme alterations of the environment induce increasingly extreme backlashes from nature.».
David M. Morens; Anthony S. Fauci, "Emerging Pandemic Diseases: How We Got to COVID-19", Cell, vol. 182, issue 5, 03.09.2020

«L’unica vera paura che abbiamo o che dovremmo avere tutti, in fondo, è di rimanere soli. In compagnia si può affrontare qualsiasi cosa, mentre da soli no, gli ostacoli raddoppiano, i fantasmi prendono forma, diventano concreti. E’ soltanto negli altri che sta la spinta a sfidare ciò che ci depotenzia, perché gli altri sono la ragione per essere competitivi nonostante le nostre fragilità. La disabilità genera handicap soltanto se chi la porta non chiede aiuto, si chiude, rinuncia alle sfide. Basaglia intuì che per i malati psichiatrici a contare non era tanto l’ospedalizzazione quanto l’inserimento nella società: aprire tutto a tutti, tutti a tutti. Non funzionò non perché la sua intuizione fosse sbagliata, ma perché mancò una comunità accogliente. Lo so per esperienza: tutto quello che puoi fare con gli altri è migliore di quello che puoi fare da solo. Tutto, tranne scrivere».
Valeria Parrella, "La ragazza con la pistola", Il Foglio, 27.09.2020.

«J'aime vieillir dans le silence des livres».
Pascal Quignard, "L'homme aux trois lettres", Grasset, 2020

«Ilness is the night-side of life, a more onerous citizenship. Everyone who is born holds dual citizenship, in the kingdom of the well and in the kingdom of the sick. Although we all prefer to use only the good passport, sooner or later each of us is obliged, at least for a spell, to identify ourselves as citizens of that other place». 
Susan Sontag, "Illness as a Metaphor", 1978

Sul caso Alain Cocq
«Cocq è un militante per i diritti dei disabili, un simbolo dell'Association pour le droit de mourir dans la dignité e l'anno scorso ha pure partecipato su una barella alle manifestazioni dei dite gialli. Ebbene a quest'anima radicale, devastata da una malattia così rara che non ha neppure un nome, a questo corpo sfasciato da un sovrappiù di umanità, il «Pannella che non c'è», il nostro immaginario giovane Pannella offrirebbe se stesso e anche la diretta streaming, magari con i poveri mezzi di Radio Radicale. E spiegherebbe al mondo che la parola "suicidio" usata dalla direzione di Facebook per negargli in diritto alla diretta non c'entra nulla con la decisione di Cocq di staccare tutte le diavolerie con le quali la medicina, accanendosi sul suo dolore, gli impedisce di liberarsi di un corpo che da tempo ha smesso d'essere la sua custodia ed è diventato il suo sepolcro». 
Francesco Merlo, “Il caso Cocq e il giovane Marco Pannella che non c'è", La Repubblica, 08.09.2020.
«Mi preme ribadire la mia convinta ostilità a un'agonia su Facebook, quale sia la ragione: anche la più nobile, la più coraggiosa, la più politica. È un'opinione personale, non pretendo sia condivisa (in troppi, in giro per il mondo e per i social, esigono che le loro opinioni siano condivise). Ma è un'opinione profondamente sentita. L'esposizione pubblica volontaria della propria vita, del proprio corpo, dei propri spazi interni (domestici e psichici) sta vivendo una crescita esponenziale. Considero benefico tutto quanto si sottrae a questo flusso inarrestabile, contagioso, assolutista, restituendo spazio alla privatezza, all'intimità, al silenzio, al pudore, alla libertà di esistere anche per proprio conto. Non credo che la vita riprodotta sia "di più" della vita non riprodotta. E perfino alla politica, che è cosa pubblica per eccellenza, non riconosco il diritto di mettere in piazza tutto ma proprio tutto. Dunque neppure ad Alain Cocq».
Michele Serra, "La morte in piazza", L'Amaca, La Repubblica, 07.09.2020

«Il y a une perte de curiosité pour ce qui est général, il n’y a plus de curiosité encyclopédique. C’est le triomphe des hyperspécialistes, des techniciens et des experts. Le problème est que cette montée en puissance de l’«expertocratie» suscite un malaise démocratique. Car les «expertocraties» sont elles-mêmes divisées, et les citoyens ressentent en outre que ce analyse sectorielles font partie d’un tout que plus personne ne sait expliquer. D’où des frustrations qui nourrissent la radicalité et la violence, au moins verbale».
Marcel Gauchet, direttore "Le Débat", L'OBS, 03.09.2020

Sullo scaffale

Consigli di lettura, spunti di riflessione, recensioni di libri e film raccolti nel Centro di documentazione della Fondazione Sasso Corbaro.

Non stiamo tutti al mondo nello stesso modo

Jean-Paul Dubois

 

Già vincitore nel 2004 del premio Femina con Una vita francese, il prolifico scrittore Jean-Paul Dubois (più di venti romanzi all’attivo, non tutti però tradotti in italiano) nel 2019 si è aggiudicato con questo Non stiamo tutti al mondo nello stesso modo l’ancor più prestigioso premio Goncourt. [...] Perchè leggerlo? [...] Paul, dalla sua cella, ci fa viaggiare tra la Danimarca, la Francia e il Québec (anche dal cielo) e ripercorre le rivolte degli anni ’60 e ’70, l’elezione di Obama e la storia del cinema (a tal proposito si parla anche di Godard e del famoso scandalo del film Gola Profonda). Continua a leggere

Recensione di Federica Merlo

Memorie postume di Brás Cubas

Machado de Assis

 

È impossibile che un uomo ci racconti la sua vita, sotto forma di romanzo, dopo la propria morte. Eppure, la grandezza della letteratura sta anche in questo: rendere possibile l’impossibile. Dopo questa doverosa premessa, utile per capire il geniale espediente usato dall’autore brasiliano Machado de Assis (classe 1839) possiamo parlare del libro più spassoso (ebbene sì!) che io abbia mai letto. [...] Perché leggerlo? Perché per Susan Sontag, De Assis è «il più grande autore dell’America Latina», perché per José Saramago «ha prodotto un’opera immensa caratterizzata da un senso dell’umorismo inimitabile» e perché Woody Allen è rimasto scioccato «per quanto è affascinante e divertente» questo romanzo. Che dite, vi basta? [...] Continua a leggere

Recensione di Federica Merlo

Midnight in Paris

regia di Woody Allen

[...] Perché guardarlo? L'idealizzazione di un "glorioso passato ormai perduto" è un'aspirazione ricorrente nell'animo umano, in tutte le epoche storiche. A volte si cerca nel passato la cura per accettare la banalità e l'insoddisfazione del presente. Alla fine del film il protagonista scoprirà come invece è proprio nel presente, nel momento del dolore, che occorre trovare la cura, senza rifugiarsi in un passato onirico. Gil saprà ripartire dal momento che imparerà a prendersi cura delle sue aspirazioni e dei suoi sogni nel presente. A volte per curarsi bisogna fare i conti con se stessi, darsi il tempo di curarsi nel proprio tempo e nel proprio corpo. Continua a leggere

Recensione di Martina Malacrida Nembrini

Dalla rivista per le Medical Humanities

Questo mese, per ricordare la scrittrice e giornalista Rossana Rossanda, scomparsa lo scorso 20 settembre, vi propiniamo la lettura dell'intervista realizzata da Roberto Malacrida per il ventiseiesimo numero della rMH, nel contesto di una riflessione sul tema del Male.

Ancora attorno al Male. Una testimonianza di Rossana Rossanda.

Roberto Malacrida, rMH n. 26

La testimonianza della giornalista e scrittrice Rossana Rossanda arricchisce riflessione sul Male avviata dall'ampio saggio di Franco Zambelloni, L'ombra del male (rMH n. 25) e dal dialogo con Roberto Malacrida e Graziano Martignoni a cura di Guenda Bernegger, L'umanesimo clinico. Un colloquio con Roberto Malacrida e Graziano Martignoni (rMH n. 25). Leggi l'articolo

Curare ad arte

Una ricerca sul tema della cura nel mondo dell'arte, perché curare è un'arte e l'arte può essere cura.

Nighthawks

Edward Hopper, 1942

olio su tela, The Art Istitute of Chicago, USA

Hopper è un maestro della pittura americana della prima metà del XX secolo, e forse questo è il suo capolavoro più assoluto. E tra tutte le opere che ha dipinto con la luce del giorno, la sua arte tocca l’apice in una desolata notte americana del 1942. La luce è quella artificiale che dalla vetrina del locale si riflette sulla strada, permettendoci di vedere i protagonisti di quella notte: un uomo solo, una coppia e il barista. [...] Continua a leggere

Save the date

Agenda

EVENTI DELLA FONDAZIONE SASSO CORBARO
 

Curare la notte, curare di notte.
Prendersi cura dei curanti, 4

 

La Fondazione Sasso Corbaro è felice di presentare l'annuale Convegno di riflessione sul significato e sulle buone pratiche del prendersi cura. Al centro dell'edizione 2020 sarà la notte: come confrontarsi con le zone d’ombra dove la comprensione dell’esperienza di cura viene a mancare? Come riuscire a curare la notte, a fare chiarezza sul buio di fronte a Sé e nell’incontro con l’Altro?
Quando? Giovedì 15 ottobre 2020
Dove? Antico Convento delle Agostiniane, Monte Carasso
Come? CHF 120.- (pranzo incluso); iscrizione a fondazione@sasso-corbaro.ch entro il 12 ottobre 2020
Scarica la presentazione del convegno e la locandina

Le parole della pandemia 2 | Lessico sociale

Il ciclo «Le parole della pandemia», promosso dalla Fondazione Sasso Corbaro nell'intento di aiutare a comprendere meglio la terminologia più diffusa durante la pandemia da COVID-19, torna da voi con un nuovo tema: dopo il «Lessico medico» sarà la volta, durante il mese di novembre, del «Lessico sociale».
Quando? 11, 18, 25 novembre e 2 dicembre 2020
Dove? Sala Consiglio Comunale, Palazzo Civico, Bellinzona
Come? Iscrizione obbligatoria entro le ore 12:00 del giorno dell'evento a fondazione@sasso-corbaro.ch
Programma: disponibile a breve su www.sasso-corbaro.ch
Segui tutte le serate in diretta Facebook

ALTRI EVENTI
 

Sconfinare | Festival culturale

Che cos’è un confine? In che cosa consiste – e da che cosa dipende – l’ambivalenza di questa categoria, di cui ci serviamo ogni giorno per definire noi stessi e il mondo in cui viviamo? 
Nell'arco di un lungo fine settimana quattordici appuntamenti sonderanno il tema dei muri, dei confini e delle barriere (fisiche ma anche astratte, simboliche) che attraversano la società contemporanea.
Quando? 15-17 ottobre 2020
Dove? Piazza del Sole, Bellinzona
Visita il sito web del Festival
Scarica il Booklet

Formazione continua in Etica Clinica

La Società Svizzera di Etica Biomedica è lieta di presentare la nuova Formazione continua in Etica Clinica: cinque "lunch-webinar" destinati a etici, etici clinici, membri delle commissioni di etica clinica e professionisti dell'ambito della salute interessati a queste tematiche.
Il primo webinar sarà tenuto da Véronique Fournier (Parigi), lunedì 26 ottobre alle 12:00 e verterà sulla seguente tematica: «Gérér le désir de mort d’une perspective d’éthique clinique» (en français). Moderazione: Ralf Jox (Losanna).
Quando? 26.10, 24.11, 22.01, 09.03, 19.04
Dove? su Zoom
Visita la pagina web dedicata

Novità

Riguarda «Le parole della pandemia | Lessico medico»

Durante mese di settembre si è tenuta la prima parte del ciclo «Le parole della pandemia»: quattro serate promosse dalla Fondazione Sasso Corbaro con l'intento di aiutare a comprendere il significato di alcuni fra i termini medici più diffusi durante la pandemia da COVID-19.

Vi siete persi uno degli incontri? Nessun problema: i video delle serate sono disponibili sulla pagina Facebook della Fondazione Sasso Corbaro.

30.09.2020 | Medicamenti attuali e vaccino futuro: quali possibilità prognostiche?
Prof. Alessandro Ceschi, Direttore medico e scientifico Istituto di Scienze farmacologiche, SI
Prof. Antonio Lanzavecchia, Direttore fondatore IRB Bellinzona 
Moderatore: Prof. Paolo Ferrari, Capo area medica EOC
Ultimi arrivi in Biblioteca

Una selezione degli ultimi volumi entrati a far parte del Centro di Documentazione della Fondazione Sasso Corbaro. 
Clicca qui per consultare l'elenco completo.

Vita alla vita. Voci e parole dal Parco San Rocco al tempo del CoOVID-19.

a cura di Graziano Martignoni e John Gaffuri, Armando Dadò Editore, 2020


«Questo è un libro corale, nato nel tempo dell’incertezza, in cui risuonano le parole del Vangelo di Matteo (7, 24-29): «…cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia». Questo è un piccolo libro che testimonia di una Casa di accoglienza e di ospitalità, che non cade perché fondata sulla roccia. Nasce da lettere scritte lungo i giorni della paura, del confinamento, della chiusura degli spazi, sino a poco prima animati come una vera piazza del villaggio. [...]».
Parole chiave: Medical Humanities; Pandemia; Solitudine

Contro la perfezione. L'etica nell'età dell'ingegneria genetica.

Michael J. Sandel, Vita e Pensiero, 2007


«I recenti straordinari progressi dell’ingegneria genetica ci consegnano insieme una promessa e un problema. La promessa è che presto si potrà curare e prevenire un gran numero di gravi malattie. Il problema è che queste nuove capacità scientifiche ci metteranno in condizione di manipolare il nostro organismo, per renderlo più efficiente nelle performance sportive o rispondente a particolari canoni estetici, e soprattutto di progettare i tratti genetici dei nostri figli. [...]».
Parole chiave: Bioetica; Genetica

Would You Kill The Fat Man? The Trolley Problem and What Your Answer Tells Us about Right and Wrong.

David Edmonds, Princeton University Press, 2015


«A runaway train is racing toward five men who are tied to the track. Unless the train is stopped, it will inevitably kill all five men. You are standing on a footbridge looking down on the unfolding disaster. However, a fat man, a stranger, is standing next to you: if you push him off the bridge, he will topple onto the line and, although he will die, his chunky body will stop the train, saving five lives. Would you kill the fat man? The question may seem bizarre. But it's one variation of a puzzle that has baffled moral philosophers for almost half a century and that more recently has come to preoccupy neuroscientists, psychologists, and other thinkers as well [...]».
Parole chiave: Bioetica; Presa di decisione etica

Philosophie, éthique et politique. Entretiens et dialogues.

Paul Ricœur, Seuil, 2017


«On retrouve dans ces entretiens, réalisés entre 1981 et 2003, les grands thèmes ricœuriens : « l’homme capable », la justice et ses conflits, l’action éthique et politique dans la Cité humaine, le sens de la guerre, la force du compromis, la question du mal, les nouvelles questions politiques et morales (l’écologie, la bioéthique) [...]».
Parole chiave: Etica politica; Filosofia

Il Sacro del Ticino. Itinerari d'arte e architettura.

Stefano Zuffi e Salvatore Maria Fares, Skira, 2019


«Il Canton Ticino è una zona affascinante non solo per gli spettacolari paesaggi lacustri e montani, ma anche per aver saputo creare e mantenere una forte identità culturale intorno all’architettura sacra, che connota in modo inconfondibile il territorio. Per secoli legato alla Diocesi di Milano (in alcune zone si utilizza tuttora il rito ambrosiano), il Ticino presenta una straordinaria densità e una grande varietà di soluzioni, lungo un arco di 1500 anni [...]».
Parole chiave: Arte; Religioni

Umanesimo digitale. Un'etica per l'epoca dell'intelligenza artificiale.

Julian Nida-Rümelin e Nathalie Weidenfeld, Franco Angeli, 2019


«Questo libro getta un ponte tra riflessione filosofica, cinema, letteratura, scienze naturali e tecnologie informatiche. Con una prosa appassionata gli autori argomentano a favore di quello che definiscono “umanesimo digitale”: un’alternativa all’imperante ideologia della Silicon Valley. Una posizione attenta alle esigenze della tecnica e a quelle degli uomini, che si distingue dalle visioni apocalittiche, perché confida nella ragione umana, e da quelle tecno-entusiastiche, perché riconosce i limiti della tecnologia digitale. [...]».
Parole chiave: Etica; Intelligenza artificiale; Destino

Der schwierige Patient. Kommunikation und Patienteninteraktion im Praxisalltag.

Gert Kowarowsky, Kohlhammer W., 2019


«Der schwierige Patient - jeder Psychologe, Arzt und Therapeut kennt ihn, doch es gibt ihn eigentlich gar nicht. Der schwierige Patient ist im Wesentlichen ein Interaktionsphänomen, das Achtsamkeit erfordert. Die Vielschichtigkeit der Person, der Motive, der Verhaltensweisen und der situativen Rahmenbedingungen des Patienten sowie des Helfers in Verbindung mit diesem Phänomen werden hier ausführlich aufgezeigt. Das relevante Wissen um die interaktionellen Besonderheiten bei Menschen mit Persönlichkeitsstörungen wird ebenso praxisorientiert dargestellt wie die Kernelemente schwierigkeitsauflösender Haltungen und Verhaltensweisen. [...]».
Parole chiave: Comunicazione medico-paziente; Prognosi; Malattia

Blindness.

Jose Saramago, Vintage Publishing, 2013


«A driver waiting at the traffic lights goes blind. An ophthalmologist tries to diagnose his distinctive white blindness, but is affected before he can read the textbooks. It becomes a contagion, spreading throughout the city. Trying to stem the epidemic, the authorities herd the afflicted into a mental asylum where the wards are terrorised by blind thugs. And when fire destroys the asylum, the inmates burst forth and the last links with a supposedly civilised society are snapped. This is not anarchy, this is blindness. [...]». 
Parole chiave: Letteratura; Sensi; Pandemia

Il «vizio assurdo». Storia di Cesare Pavese. 

Davide Lajolo, Minimum Fax, 2020


«Il vizio assurdo è forse il libro più autentico che sia stato scritto su Cesare Pavese perché è il libro di un amico. L'ultimo messaggio lasciato all'albergo Roma di Torino, sulla prima pagina di "Dialoghi con Leucò", accanto alle sedici bustine di sonnifero sul comodino, era stato quello di non fare troppi pettegolezzi. Soltanto uno che era nato nelle stesse colline e che gli voleva veramente bene avrebbe potuto prendersi cura della sua memoria con tutto il pudore, la sensibilità e il coraggio necessari, perché lo sentiva come «un atto di riparazione». [...]». 
Parole chiave: Biografia; Letteratura; Suicidio
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