Newsletter #21, Ottobre 2021

«[...] È questo che è veramente sovversivo: rinunciare alla retorica, all’effetto, a quel che ci si aspetta, per raccontare la verità. Quello che ogni buon fotografo di straight photography dovrebbe fare. Vedere quello che c’è da vedere, raccontare quello che c’è da raccontare, trovando la poesia, il sorriso o il dolore là dove sono, senza andarseli per forza a cercare. Senza inventarli. E così va a finire che le fotografie non sono più solo documenti, ma salgono di categoria e parlano di qualcos’altro. [...]».

Commento di Luca Rossi | Fotografia di Roby Schirer, rMH n. 15

Venka e la speranza

Le Medical Humanities cercano di insegnare cos’è la malattia e cosa vuol dire essere ammalati soprattutto a quei curanti che hanno avuto la fortuna di non esserlo mai stati o di non aver dovuto condividere la malattia o la disabilità di un loro caro. Gli ammalati si trovano sovente in una situazione esistenziale complessa, ma soprattutto delicata e, di conseguenza, molto sensibile alle modalità comunicative: la “buona comunicazione” può essere considerata un vero strumento di cura, caratterizzato da almeno due valori essenziali, apparentemente contraddittori dal punto di vista etico, che sono la speranza e la verità. L’arte di curare, almeno a livello comunicativo, è saper appunto coniugare tutto quello che il paziente vuol sapere, con prudenza e rispetto certo, ma soprattutto lasciando aperto il confine fra realtà e immaginazione possibile: in definitiva la capacità e la volontà di lasciare lo spazio moralmente dovuto alla speranza.

Sergio Garassini ha creato il Premio Venka che la Fondazione Sasso Corbaro attribuisce ormai da quasi 10 anni allo scopo di ricordare ai curanti l’importanza della speranza nel loro rapporto con gli ammalati. Venka diceva: “Io sono disposta a fare tutte le cure che mi vengono prescritte, ma devo avere la ragionevole convinzione che le cure che faccio siano utili. In altri termini dovete lasciarmi uno spiraglio di speranza”. La sua idea era che soltanto se hai un futuro puoi sopportare un presente tormentato. In altre parole, la speranza si può definire come uno spiraglio, un varco, per quanto sottile, oltre il quale c’è una probabilità di guarigione. Allora diventa evidente che la speranza sia un elemento centrale nella condizione del malato, perché gli consente di vivere l’esperienza della malattia con il prezioso conforto di poter immaginare un proprio avvenire. D’altronde la speranza è un preciso diritto dell’ammalato e dare speranza è anche un atto di coraggio da parte di chi cura: è il curante, con la sua educazione, la sua sensibilità, la sua cultura, a determinare la condizione del paziente, dandogli la speranza dovuta. Come ben si sa, il dovere etico del curante consiste nel garantire l’autodeterminazione del paziente, cioè la realizzazione dei suoi desideri e, da questo punto di vista, il rispetto del desiderio di speranza è coerente con il principio etico dell’autonomia.

Resta da risolvere il problema della verità, perché il consenso libero e informato la pretende affinché l’informazione sia sufficientemente corretta per poter decidere, ma non è necessario dire tutta la verità e subito (anche Kant sosteneva che occorra  sì dire la verità, ma non necessariamente tutta la verità): nella comunicazione eticamente empatica delle notizie che riguardano soprattutto un decorso o una prognosi sfavorevole il medico deve agire in un atmosfera di veridicità che dia spazio sufficiente a quella speranza che permette di immaginare il miglioramento e affrontare così le difficoltà da incontrare.
Roberto Malacrida

Pensieri

Brevi approfondimenti, estratti di articoli, video, citazioni, idee, spunti o semplici annotazioni per riflettere insieme sui temi più attuali delle Medical Humanities.

A CURA DI ROBERTO MALACRIDA

« Le surlendemain, tu retrouves ton corps propre sur un lit d’hôpital, tandis que se dissipent les restes gazeux d’une anesthésie locale. Alors que tu dormais à demi, ton ventre était nettoyé des éventuels et microscopiques résidus embryonnaires. Simple précaution demandée pour la forme par ton gynécologue, les fausses couches précoces s’appartenant souvent à des hémorragies sans suite. Bientôt entre une jeune femme en blouse verte qui vient sourire à ton chevet. Elle t’apprend que tout ira bien, que tout est ‘parti’, tu pourras dans les heures reprendre une vie normale. C’est du passé, madame, dit-elle ».
Maria Pourchet, Feu, Fayard, 2021

«Someday humanity may draw up a map that will make this journey easier. In a few centuries, people may look back at our understanding of life and wonder how we could have been so blinkered. Life today is like the night sky four centuries ago. People gazed up at mysterious lights and wandered, streaked, and flared across the dark. Some astronomers at the time were getting the first inklings of why the lights traced they are particular path, but many of the explanation of the day would turn out to be wrong. Later generations would look up and instead see planets, comets, and red giants stars all governed by the same laws of physics, all manifestation of the same underlying theory. We don’t know when a theory of life may arrive, but we can hope, at least, that our own lives last long enough to let us see it».
Carl Zimmer, Life Edge, Picador, 2021
«Se nei tempi passati si è cercato di spiegare l'inspiegabile, oggi, con la consapevolezza che possediamo, non accettiamo più che la nostra sofferenza derivi dalle colpe di qualcuno che ci ha preceduto e che, di conseguenza, ci sia stata data in eredità. Diciamo la verità: nel tentativo di difendere Dio e di non incolparlo, si è finito per incolpare l'uomo! Oggi sappiamo che non siamo interamente padroni della nostra vita e del nostro destino, a cominciare dalle condizioni della nascita, perché l'esistenza di ciascuno dipende dai genitori, dalle condizioni di vita, educazione, benessere o miseria».
Enzo Bianchi, “Altrimenti/L'enigma della sofferenza”, La Repubblica, 20.09.2021.
L’evento-Covid è stato ed è ancora straordinariamente potente nel provocare angoscia insieme ad un profondo sentimento di impotenza poiché il virus si è rivelato una presenza maligna impossibile da localizzare e, dunque, presente minacciosamente ovunque. Di qui la mobilitazione delle più forti tendenze animiste e proiettive dalle quali deriva il pensiero complottista. Animismo e proiezione sorgono sempre dalla costatazione dell’impotenza dell’essere umano e dalla sua difficoltà a riconoscere la propria inadeguatezza di fronte all’imponderabile. Nel caso della pandemia la strategia fobica (distanziamento sociale, misure igieniche, comportamenti prudenti, eccetera) si è rivelata insufficiente ed ha suscitato in molti una regressione complottista del pensiero. La fantasia che degli oscuri (grandi interessi finanziari, industrie farmaceutiche, trame politiche, alleanze internazionali, minaccia cinese) possano alimentare la credenza in un virus fasullo prolungando le legislazioni autoritarie emergenziali che privano i cittadini dei loro diritti fondamentali, è un chiaro esempio di pensiero proiettivo di tipo animista».
Massimo Recalcati, Robinson – La Repubblica, 24.09.2021
 
«Happiness was articulated as s fundamental right by the founding fathers of the United States. Few illnesses interfere with the pursuit of happiness more than depression, and approximately 6% of the world’s population is depressed at any given time. Depression is commonly encountered in primary care, with up to one third of patients having depressive symptoms and 10% meeting criteria for major depression. […] The ideal goal of treatment for depression is remission, rather than improvement, in part because maintaining remission for at least 6 months is associated with a reduced chance of relapse.6 Nevertheless, the frequency of relapse is high.7 Therefore, a common question asked by providers and patients is how long to continue antidepressant treatment. In this issue of the Journal, Lewis and colleagues report the results of a randomized trial conducted in the United Kingdom involving adults from 150 general practices who felt well enough regarding their depression to discontinue treatment. […] Not surprisingly, withdrawal symptoms were more common among those who tapered and discontinued their treatment than among those who continued to receive their typical regimen, and such symptoms were worse in the discontinuation group than in the maintenance group at 12, 26, and 39 weeks after discontinuation but may not have differed between groups at 52 weeks. The investigators’ essential finding was that relapse occurred in 56% of the patients who discontinued treatment as compared with 39% of those who continued to receive antidepressants. In addition, as judged from the Kaplan–Meier curves, relapse occurred sooner in the discontinuation group than in the maintenance group».
Jeffrey Jackson, “The Pursuit and Maintenance of Happiness”, New England Journal of Medicine, 30.09.2021.
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Sullo scaffale

Consigli di lettura, spunti di riflessione, recensioni di libri e film raccolti nel Centro di documentazione della Fondazione Sasso Corbaro.

A CURA DI FEDERICA MERLO E MARTINA MALACRIDA NEMBRINI

I beati anni del castigo

Fleur Jaeggy

[...] La storia è ambientata negli anni Cinquanta, in un collegio svizzero dell’Appenzello, nel quale la vita della ragazzina protagonista e quella delle altre allieve viene vissuta come una severa bucolica reclusione. Un posto, questo collegio di ricche figlie della borghesia novecentesca europea, dove, dice l’io narrante «la letteratura da sola non mi distraeva» e in grado di creare legami e conflitti forti con le compagne e le educatrici. [...] Perchè leggerlo? Perché, nonostante un prosa glaciale, quasi clinica, e nonostante la difficoltà, impostaci dalla Jeaggy, di empatizzare con i personaggi, questo è uno dei libri che più «mi è rimasto dentro» degli ultimi anni. Un vero capolavoro, di cui, purtroppo, sento parlare troppo poco. [...] Continua a leggere 

Lei che non tocca mai terra

Andrea Donaera

A due anni dall’esordio con il romanzo Io sono la bestia, Andrea Donaera, giovane e talentuoso poeta e scrittore di origini pugliesi, ora trapiantato a Bologna, esce, sempre per i tipi di NN con Lei che non tocca mai terra. Come fu per il precedente, anche in questo secondo libro le ambientazioni sono quelle dei paesini della campagna salentina, luoghi vicini geograficamente ma lontani anni luce dal turismo chiassoso di famose località come Gallipoli e Otranto. [...] Perché leggerlo? Perché su La lettura del Corriere della sera (19 settembre 2021), Ermanno Paccagnini fa notare – e ammetto che mi era sfuggito! – che questo è anche un romanzo di «occhi», «occhi vuoti, mangiati da tutte le robe dolorose che c’ha nella testa», «occhi grandi grandi», «bellissimi e devastati», «buoni», «occhi aperti strani, come se sono gli occhi di ’n’altra», «spenti», «animali e rossi», «fieri e incattiviti», «occhi suoi nerissimi» etc. … un romanzo di «occhi»… stupendo, non credete? [...] Continua a leggere

Dalla rivista per le Medical Humanities

Richiamando i temi affrontati nell'editoriale curato da Roberto Malacrida per questo ventunesimo numero della nostra Newsletter, vi proponiamo di rileggere il contributo del professor Daniele Buzzone, pubblicato nel n. 34 della rivista per le Medical Humanities: «Esiste un diritto alla speranza?».

Esiste un diritto alla speranza?

Daniele Buzzone, n. 34

L’importanza della speranza, in particolare nelle condizioni di sofferenza e malattia, ampiamente tematizzata dai contributi del Dossier pubblicato nel n. 33, solleva la domanda se essa sia o meno dovuta a tutti e se si possa o meno vivere senza di essa. La riflessione proposta dall’autore muove dall’orizzonte della logoterapia e dell’analisi esistenziale di Viktor Frankl. Clicca qui per leggere l'articolo

Epistole corbariane

Nate durante il periodo di confinamento imposto dalla pandemia, le «Epistole Corbariane» rappresentano un tentativo di mantenere vivo quel dibattito, quello scambio di idee e quel fertile confronto che da sempre animano la Fondazione Sasso Corbaro. Ogni mese, a turno, ciascuno dei membri, dei collaboratori e degli amici della Fondazione presenterà una lettera concepita per rispondere ad una domanda di partenza; prima fra tutte: che forma avrà il ‘giorno dopo’?
Washingon DC, 18 ottobre 2021
 
Care lettrici e cari lettori,
 
Che forma avrà “il giorno dopo”? Pensavo che dopo più di un anno e mezzo dall’inizio della pandemia avremmo trovato il modo di rispondere con certezza a questa domanda. Invece per molti aspetti, la forma e l’essenza del “giorno dopo” ci sfuggono ancora. Sconfiggeremo il virus? Quando e come ricominceremo a viaggiare? Come interagiremo con amici e conoscenti? Torneremo a stringerci la mano? Ad abbracciarci senza mascherina? Troveremo punti di incontro e di dialogo? Oppure ci allontaneremo sempre di più e ci ascolteremo sempre meno, ancorati e isolati nelle nostre certezze? Mi auguro che un sano dibattito, l’apertura e lo scambio costruttivo abbiano sempre la meglio. Le epistole corbariane sono nate anche per contribuire a mantenere vivo questo spirito di confronto che da sempre anima la Fondazione Sasso Corbaro. [...] [continua a leggere]
 
Laura Lazzari Vosti

Curare ad arte

Una ricerca sul tema della cura nel mondo dell'arte, perché curare è un'arte e l'arte può essere cura.

Tigre con serpente.

Antonio Ligabue
non datato, collezione privata

La Storia dell’arte si è costellata nei secoli di personaggi che presentavano disturbi psichici, ma cosa accumuna cosi tanto arte e follia? È forse una sensibilità diversa, alterata a volte, che permette di evolversi artisticamente creando nuove forme di linguaggio, o è di per sé l’avvicinarsi all’arte a portare poi ad un’alterazione dello stato psico-emotivo della persona? Per alcuni l’arte fu un’ancora di salvezza da una realtà che in altro modo avrebbe visto esclusi certi personaggi eccentrici, anomali, geniali. Dall’altra c’è chi, talmente assorbito nel proprio mondo artistico, finì col perdere i contatti con la realtà. Nel caso di Antonio Ligabue il suo mondo pittorico lo aiutò ad esternare tutte le emozioni che nascevano nella sua testa, le paure che ne affliggevano l’anima. [...] Clicca qui per leggere

Agenda

Il senso della cura e la cura dei sensi

7° CONVEGNO DELLA FONDAZIONE SASSO CORBARO

Il tema del Convegno 2021 della Fondazione Sasso Corbaro, Il senso della Cura e la cura dei sensi, è l’ineludibile e a volte contraddittorio rapporto al cuore della Cura stessa tra ragione e sentimenti. Una tematica che verrà interrogata attraverso il pensiero e la pratica dei sensi, capaci di aprire la preoccupazione di Sé e dell’Altro ad una sorta di passaggio a Nord-Ovest – secondo l’espressione di Michel Serres – orientato all’ascolto e alla comprensione della complessità della relazione umana di aiuto e di cura.
Dove? Antico Convento delle Agostiniane di Monte Carasso
Quando? Giovedì 21 ottobre 2021
Scarica la locandina

PIAZZAPAROLA 2021
ROBINSON: GEOGRAFIE DELLA SOLITUDINE

Il viaggio letterario della decima edizione di PiazzaParola prende avvio dal più famoso romanzo del Settecento: La vita e le avventure di Robinson Crusoe. Come Don Giovanni, Madame Bovary e Frankenstein, protagonisti di precedenti edizioni del festival letterario, anche Robinson, l’eroe borghese pragmatico e individualista, simbolo di comportamenti sociali ed economici del tutto nuovi, è entrato far parte del nostro immaginario collettivo.
Quando? 20-24 ottobre 2021
Dove? LAC, Lugano

TRA DESIDERIO DI AUTONOMIA E BISOGNO DI PROTEZIONE
EVENTO FAMILIARI CURANTI 2021

Un omaggio ai familiari curanti che hanno affrontato con coraggio e determinazione le tante difficoltà che la pandemia ha provocato. Un grazie a questi “eroi della quotidianità” che hanno saputo rinnovare presenza, attenzione e cura in situazio- ni complesse per rispondere ai bisogni dei loro figli, inventandosi strategie, scoprendo risorse e sostenendosi offrendo consigli e conforto. Evento promosso da ASI in collaborazione con la Fondazione Oltre noi.
Quando? Venerdì 29 ottobre 2021
Dove? Palazzo dei Congressi, Lugano
Scarica la locandina

EVENTI LETTERARI MONTE VERITÀ
UN'ALTRA VITA

Nel settecentesimo anniversario dalla morte di Dante – e nel mezzo di un “cammino” di ricostruzione, dopo il trauma della pandemia e della crisi economica e sociale – gli Eventi letterari Monte Verità guardano al futuro. I protagonisti di Un’altra vita, la nona edizione della manifestazione culturale asconese, sono intellettuali, scrittori e filosofi fra i maggiori del nostro tempo, ai quali il direttore artistico Paolo Di Stefano, ha affidato un compito ambizioso: indicarci una strada che ci conduca a “riveder le stelle”, affrontando con coraggio la riflessione sui grandi temi della contemporaneità.
Quando? 11-14 novembre 2021
Dove? Monte Verità, Ascona

«Cose belle»

Uno spazio in cui collezionare suggestioni audiovisive legate a «cose umanistiche belle» o «cose belle umanisticamente», raccolte anche grazie ai preziosi suggerimenti dei nostri lettori. Vi invitiamo a contribuire a questa rubrica segnalandoci via e-mail le «cose belle» che incontrate.

NAUFRAGHI

BLOG DI ALDO SOFIA, FRANCO CAVANI E MARIO CONFORTI

«Sosteneva Jack London che “le più belle storie cominciano sempre con un naufragio”. Sarà vero? Noi, nemmeno sappiamo come finirà la nostra, di storia. Dove potrà sospingerci, su quali casuali rotte e verso quali invisibili approdi, la navigazione che cominciamo oggi. Perché chiamarci “naufraghi/e”? E rispetto a cosa? Una deriva può anche essere volontaria, cercata, attesa. Ed in effetti è un po’ così. Siamo “naufraghi/e” per scelta. Salpati con l’idea di allontanarci (forse anche solo temporaneamente) dalla terraferma dei resoconti banali, scontati, ombelicali per affrontare il mare aperto, anche agitato, anche minaccioso di questi tempi, ma che ci impegni in una sopravvivenza più cosciente, più ragionata, più motivata. E più sociale. Sì, sociale. Collettiva».
www.naufraghi.ch

BIANCO SU BIANCO

SPETTACOLO TEATRALE DELLA COMPAGNIA FINZI PASCA

Ricordiamo l'intensa e stimolante serata promossa dalla Fondazione Sasso Corbaro la scorsa settimana, "Il teatro che cura", proponendovi un assaggio dello spettacolo "Bianco su bianco" della compagnia Finzi Pasca, che sabato è stato abbinato ad una tavola rotonda con Tiziana Conte, Giovanni Pedrazzini, Antonio Vergamini e Graziano Martignoni.

«CONSENSO: UN'ESERCIZIO INFORMATO DELLA LIBERTÀ»

INTERVENTO DI MICHELA MARZANO AL FESTIVALFILOSOFIA | 19.09.2021

Come definire la libera scelta informata e responsabile in una serie di contesti, dalla bioetica alla vita digitale, nei quali è in gioco la relazione tra persona e democrazia? Su questo tema si è interrogata Michela Marzano, invitata al Festivalfilosofia lo scorso settembre.

«GIOCARE COL FUOCO»

PODCAST DI FABRIZIO COPPOLA | RADIO POPOLARE

«Giocare col fuoco» è un contenitore di musica e letteratura senza alcuna preclusione di genere, né musicale né letterario. Segue i percorsi segreti che legano le opere l’una all’altra, come a unire una serie di puntini immaginari su una mappa del tesoro. Memoir e saggi, fiction e non fiction, poesia (moltissima poesia), musica classica, folk, pop e r’n’r, mescolati insieme per provare a rimettere a fuoco la centralità dell’esperienza umana e del racconto che siamo in grado di farne.

Ultimi arrivi in Biblioteca

Una selezione degli ultimi volumi entrati a far parte del Centro di Documentazione della Fondazione Sasso Corbaro.

Macchine come me.

Ian McEwan, Einaudi, 2019.

Parole chiave: Letteratura; Coscienza; Intelligenza artificiale

On the Fringe.

Michael D. Gordin, Oxford University Press, 2021.

Parole chiave: Scienza; Pandemia; Comunicazione

Life's Edge. The Search for What Tt Means to Be Alive.

Carl Zimmer, Dutton, 2021.

Parole chiave: Scienza; Destino; Biologia; Morte

Feu.

Maria Pourchet, Fayard, 2021.

Parole chiave: Letteratura; Sentimenti

Timandra.

Thòdoros Kallifatidis, Crocetti Editore, 2021.

Parole chiave: Letteratura; Estetica; Morte
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