Newsletter #18, Luglio 2021

«Le Medical Humanities sono per me un’idea indispensabile: la specializzazione o, meglio, l’iperspecializzazione in medicina e la sua tecnicizzazione hanno portato alla disintegrazione, all’occultamento dell’umano: l’umano degli ammalati, ma anche dei medici. [...]. La medicina e la società intera hanno un grande bisogno di etica».
Edgar Morin intervistato da Roberto Malacrida, rMH n. 1, 2007.  

* * *

Interrompiamo temporaneamente la pubblicazione della serie fotografica “Art. 115” di Sabine Cattaneo per sottolineare una ricorrenza che ci è particolarmente cara: il centesimo compleanno, lo scorso 8 luglio, del filosofo e sociologo francese Edgar Morin, una delle menti più brillanti e sensibili del nostro tempo, che da sempre ispira l’operato della Fondazione Sasso Corbaro.

Adesione ai comportamenti prosociali in tempo di pandemia: il ruolo dell’empatia

Se ripensiamo alla pandemia da COVID-19 possiamo dire di essere stati altruisti nei confronti degli altri? Abbiamo seguito le norme igieniche e di distanziamento sociale perché sentivamo di dover proteggere i più vulnerabili? Oppure lo abbiamo fatto principalmente per noi stessi e perché avevamo paura per la nostra salute? O magari per entrambi i motivi ? E in questi ultimi mesi quali sono state le motivazioni che hanno spinto a vaccinarsi? 
 
Ebbene, uno studio pubblicato recentemente sulla rivista Scientific Reports dal titolo “Affective empathy predicts self-isolation behaviour acceptance during coronavirus risk exposure”,  al quale ha partecipato la Fondazione Sasso Corbaro in collaborazione con l’Ente Ospedaliero Cantonale, l’Università della Svizzera Italiana e l'Organizzazione Sociopsichiatrica Cantonale, ci da qualche informazione a riguardo. 
 
Lo studio ha indagato, retrospettivamente, l’accettazzione delle norme igieniche e di distanziamento sociale, in pazienti risultati positivi al COVID-19 e nella popolazione generale, in relazione al rischio per la propria salute (rappresentato dalla positività al virus e dalle conseguenze di essa), al livello di distress psicologico, ansia e depressione sperimentate durante il lockdown, all’empatia affettiva (o preoccupazione per la sofferenza altrui) e alle caratteristiche sociodemografiche (età, sesso, composizione del nucelo familiare, stato di salute generale, presenza di malattie croniche e professione). 
 
I risultati mostrano che, sia nei pazienti risultati positivi all’infezione, sia nella popolazione generale, alla pari dell’esposizione al rischio per la propria salute, il grado di empatia per i più vulnerabili gioca un ruolo chiave nell’accettazione delle misure igieniche e di distanziamento sociale,  nonostante gli effetti psicologici negativi del lockdown. 
Infatti, il livello di distress psicologico sperimentato durante il lockdown, così come le caratteristiche sociodemografiche, non predicono l’accettazione delle misure di distanziamento sociale. 
 
L’articolo conclude sostenendo che, nella motivazione ai comportamenti pro-sociali, l’informazione pubblica dovrebbe insistere, anziché sulla paura e sulle discriminazioni, sull’altruismo verso il prossimo. 

Affective empathy predicts self-isolation behaviour acceptance during
coronavirus risk exposure.

Petrocchi, S., Bernardi, S., Malacrida, R. 
Traber, R., Gabutti, L. & Grignoli, N.
Scientific Reports 11, 10153 (2021), doi.org/10.1038/s41598-021-89504-wIF (2020): 5.133
Sheila Bernardi

Pensieri

Brevi approfondimenti, estratti di articoli, video, citazioni, idee, spunti o semplici annotazioni per riflettere insieme sui temi più attuali delle Medical Humanities.

A CURA DI ROBERTO MALACRIDA

«Le hasard, c’est évidemment l’imprévisible. Un seul coup de dés jamais abolira le hasard, mais une succession de très nombreux coups de dés permet de résorber le hasard individuel dans une statistique collective. Or le jeu de la vie est tout autre car fait des événements singuliers et non des coups identiques répétés. L’imprévisibilité demeure dans l’irruption de l’inattendu, accident ou création. Bref, je crois qu’on ne saura jamais si le hasard est vraiment du hasard. On a pu penser le hasard comme la rencontre occidentale des déterminismes différent, un pot des fleurs, obéissant à la gravité, tombant d’un étage sur la passant se rendant à son travail. La définition du hasard a été donnée par le mathématicien Gregory Chaitin : est hasard ce qui relève de l’incompressibilité algorithmique, c’est-à-dire l’impossibilité de déterminer à l’avance une succession d’événements. Omega symbolise les limites de la connaissance mathématique, les limites de la prévisibilité. Cependant l’imprévisibilité ou l’incompressibilité algorithmique n’excluent pas que le hasard obéisse à des détermination cachée relevant peut-être de réalités invisibles à notre entendement».
Edgar Morin, “Leçons d’un siècle de vie”, 2021.

«Quando sono amato non esisto più per caso, privo di significato, non sono più “di troppo” nel mondo, ma sono divenuto il “senso” della vita dell’Altro, sono ciò che attribuisce significato a quella vita e che da quella stessa vita può, sentendosi reciprocamente amato, attingere il suo senso. Insomma, la gioia dell’amore consiste nel fatto che la mia esistenza che ontologicamente non è il fondamento di se stessa, una volta amata si trova ad esistere perché è voluta dall’Altro sin miei suoi più minimi e infine i dettagli, perché è stata scelta, attesa, “chiamata” dall’Altro. In questo la gioia dell’amore si rivela come quella di un riconoscimento profondo: sono al mondo per caso, perduto nell’insensatezza e nell’abbandono assoluto, ma ci sono perché qualcuno mi ha scelto, atteso, chiamato».
Massimo Recalcati, “Ritorno a Jean-Paul Sartre”, 2021
«Io temo tanto la parola degli uomini.
Dicono tutto sempre così chiaro:
questo si chiama cane e quello casa,
e qui è l'inizio e là è la fine.
E mi spaura il modo […],
che sappian tutto ciò che fu e sarà […]».
Rainer Maria Rilke, Poesie, trad. di Anna Maria Carpi, 1994.
«Saviano ha preso le distanze da quella che lui considera la “pura letteratura” e dai letterati che si accontentano di “fare un buon libro, costruire una storia, limare le parole sino a tenere uno stile bello e riconoscibile”- già in La bellezza e l’inferno dichiarava “preferirei non scrivere né assomigliare a queste persone” e nell’articolo su Anna Politkovskaja si spingeva fino a un “non mi interessa la letteratura come vizio”; recentemente, di fronte all’emergenza dei migranti che rischiano di morire nel Mediterraneo, la sua insofferenza nei confronti dei “puri letterati” si è fatta più acuta, fino a espliciti rimproveri di “codardia”. Prendo sul serio la strigliata: personalmente mi ritengo piuttosto codardo, sono (quasi) sempre pronto al compromesso, preferisco l’eccepire al combattere - e poi sì, perdo molto tempo a “prima limare le parole”. Ma non credo che la letteratura sia mai stata “pura” (che cosa è più “impuro” della Divina Commedia?), non è che sia una faccenda di letterati ben pasciuti, che cincischiano quei soprammobili mentre la casa brucia o discutono sul sesso degli angeli mentre i turchi assediano le porte. O peggio, che dicono di sì al padrone di turno. Credo invece che la letteratura, come la intendo io, sia un modo di conoscere la realtà non surrogabile da altri tipi di conoscenza; se sparisse dal mondo sarebbe come dover fare senza la chimica, o la storia. Ci sono emergenze sociali ed etiche, ma ci sono anche emergenze culturali».
Walter Siti, “Contro l’impegno”, 2021
«La figlia dei Ma soffriva dunque di lebbra, che le procurava piaghe, infezioni e sofferenze intollerabili. Una ragazza così bella non suscitava ora che disgusto. Chiamarono un dottore di medicina esterna a venire a visitare la malata, ma egli disse che non c’era niente di grave e che spalmandosi con un certo suo unguento sarebbe guarita. Fecero come aveva detto lui, ma in un momento alla ragazza sembra di avere il corpo tra passato da aghi: soffriva come se l’avessero scorticata viva, e non si poté far altro che rinunciare alla cura. Poi venne in visita un dottore di medicina interna, che disse: “Ingerendo la mia medicina si è regolarizzata la circolazione del sangue, la respirazione si libererà e la paziente guarirà naturalmente. Il medicamento esterno può dare solo una parvenza di guarigione, ma non può eliminare il mare alla radice”. E seguendo questo avviso fecero una pozione da prendere tre volte al giorno, con risultato che, a forza di berla, alla ragazza si questo lo stomaco. Il dottore di medicina esterna disse al dottore di medicina interna che era colpa sua, perché l’unico rimedio era l’uso dell’unguento che deterge. Il dottore di medicina interna a sua volta disse che il guaio stava nei polmoni, che avevano ispirato aria fredda, e che l’unico rimedio era ingerire una pozione che l’aria fredda la facesse espirare. Come se non bastasse alla povera ragazza di essere malata, le toccava anche passare, per curarsi, attraverso tutte le torture, oggi con un farmaco, domani con una pozione diversa. I medici si insultavano a vicenda: “Tu dici che io non so fare il mio mestiere. Io dico che sei tu che non vali niente”. Intanto non approdavano a nessun risultato. Ma Shaoqing mise fuori un grande avviso: “Chi saprà guarire la malattia, riceverà cento monete d’argento”. E tutti i medici che leggevano l’avviso avevano l’acquolina in bocca. Ma anche i più scrupolosi, che ce la mettevano tutta, impegnando gli sforzi di una vita, compulsando i più dotti libri di medicina, non vedevano le loro fatiche coronate dal minimo miglioramento. La ragazza era più di là che di qua, attaccata alla vita per un soffio».
La volpe amorosa. Novelle cinesi, 1989.
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Sullo scaffale

Consigli di lettura, spunti di riflessione, recensioni di libri e film raccolti nel Centro di documentazione della Fondazione Sasso Corbaro.

A CURA DI FEDERICA MERLO E MARTINA MALACRIDA NEMBRINI

Solenoide

Mircea Cartarescu

Dopo Yoga di Emmanuel Carrère, recensito il mese scorso, un altro dei libri più attesi di questo 2021 era sicuramente Solenoide, ultima impresa letteraria dell’autore rumeno Mircea Cartarescu, uscito a maggio per Il Saggiatore con la curatissima traduzione di Bruno Mazzoni. Cartarescu, che da tempo si vocifera possa essere uno dei prossimi premi Nobel, dopo aver scritto una meravigliosa trilogia quale è Abbacinante (3 volumi di più di 500 pagine ciascuno) «si è superato» (Vanni Santoni su La lettura). [...]. Perchè leggerlo? Perché questo è uno dei migliori libri degli ultimi vent’anni (e anche la critica, per una volta, è unanime). E poi perché vi sfido a trovare una città letteraria meglio descritta della Baucarest di Cartaruscu… una metropoli a dir poco folle!   [...] Continua a leggere 

Mosca più balena

Valeria Parrella

Appena riedita da Minimum Fax, che pubblicò anche la prima edizione nel 2003, Mosca più balena è la raccolta di sei racconti con la quale ha esordito e si è fatta conoscere al grande pubblico dei lettori Valeria Parrella, una delle penne migliori nell’attuale panorama letterario italiano. [...] Perché leggerlo? Per scovare i germogli letterari che, sbocciati negli anni a venire, hanno reso Parrella l’ottima scrittrice di romanzi quali Lo spazio bianco e Almarina, per citarne soltanto due. E perché comprandovi una copia fisica di questo libro, diventerete proprietari di una delle copertine graficamente più belle e azzeccate mai create. [...]  Continua a leggere

Dalla rivista per le Medical Humanities

Come annunciato in apertura, con la Newsletter del mese di luglio desideriamo ricordare, nell'anno del suo centesimo compleanno, la figura di Edgar Morin, da sempre particolarmente cara alla Fondazione Sasso Corbaro. Vi proponiamo quindi di rileggere l'intervista che, nell'ormai lontano 2007, inaugurava il primo numero della rivista per le Medical Humanities.

Resistere alla barbarie. A colloquio con Edgar Morin.

Roberto Malacrida, rMH n. 1

«Edgar Morin, nato a Parigi nel 1921, filosofo e sociologo, è il padre del pensiero della complessità. Gli abbiamo reso visita il 7 dicembre 2007 nella sua abitazione di rue Saint-Claude.». Clicca qui per leggere l'articolo

Curare ad arte

Una ricerca sul tema della cura nel mondo dell'arte, perché curare è un'arte e l'arte può essere cura.


Fontana, 1917

Marcel Duchamp
ready made

Marcel Duchamp con i suoi ready made entra di prepotenza tra i protagonisti della Storia dell’Arte. Tra le sue opere più famose sicuramente possiamo citare la “Fontana”. Un semplice orinatoio capovolto, una firma fasulla e quel banale e volgare oggetto di ceramica diventa un’opera d’arte. L’oggetto non cambia forma, non cambia colore. Duchamp cambia quell’orinatoio nel suo significato, lo eleva allo status di opera d’arte, lo estirpa dal suo anonimato di oggetto. Un gesto semplice, un gesto storico, un gesto che cambia l’esistenza stessa dell’oggetto. L’opera non fu mai esposta e andò perduta, ma la sua icona è rimasta scalfita nella Storia dell’Arte e nell’immaginario collettivo. 
  [...]. Continua a leggere

Agenda

Baite filosofiche

Dal 27 luglio all’1 agosto 2021 Lecco diventa una delle protagoniste italiane ed europee della riflessione teorico/pratica sulle città del futuro, le 100 Smart Cities, programma lanciato dalla commissione europea a dicembre 2020. Le Baite Filosofiche rappresentano un momento per la messa a terra delle riflessioni sul futuro delle città e dei territori, per la loro connessione su tematiche come quelle delle reti del cibo, delle sperimentazioni sul benessere e la cura, sullo sviluppo economico, del lavoro, dell’educazione che porta le comunità a riconoscere e definire nuovi percorsi di sviluppo.
Quando? Dal 12 luglio al 1 agosto
Dove? Lecco e dintorni

Come? Iscrivendosi su www.c-r-a-m-s.it
Scarica la locandina

Doppio Laccio - Racconti sulla malattia come risorsa

WOR(L)DS - LONGLAKE FESTIVAL

Quando la malattia diventa risorsa. È la scoperta fatta durante la pandemia dal Gruppo Anna dai Capelli Corti, associazione che riunisce giovani donne con esperienza di tumore al seno. 
Quando? Giovedì 19 agosto, ore 18:00
Dove? Boschetto - Parco Ciani, Lugano

«Cose belle»

Uno spazio in cui raccogliere suggestioni audiovisive legate a «cose umanistiche belle» o «cose belle umanisticamente». Vi invitiamo a proporci contribuire a questa rubrica segnalandoci via e-mail le «cose belle» che incontrate.

ALMANACCO DI BELLEZZA
PROGRAMMA TELEVISIVO | SKY, CANALE 136, LU-VE, ORE 13:00 E 20:00

«Ne L'Almanacco di Bellezza Piero Maranghi passa in rassegna, anniversari e ricorrenze legati la mondo dell'arte, della cultura. In studio con lui, il collezionista ed esperto d'arte Leonardo Piccinini».
LA GRANDE LIBRAIRIE
PROGRAMMA TELEVISIVO | FRANCE 5, ME, ORE 20:50

«Présenté par François Busnel, le magazine littéraire La Grande Librairie de France 5 est le grand rendez-vous de l'actualité littéraire sous toutes ses formes : romans, essais, histoire, polars, bandes dessinées, jeunesse, etc.».
France 5, tutti i mercoledì alle 20:50
FAHRENHEIT
PROGRAMMA RADIOFONICO | RAI RADIO 3, LU-VE, ORE 15:00-18:00

«Fahrenheit è il programma dedicato ai libri e alle idee. Un pomeriggio fatto di storie, di incontri e di eventi dai festival letterari. E dove trovano posto le parole degli scrittori e dei poeti, le scelte dei lettori, degli editori e dei gruppi di lettura. Il luogo dove si ritrovano gli amanti della letteratura, dalla tradizione dei classici alla narrativa contemporanea».

Ultimi arrivi in Biblioteca

Una selezione degli ultimi volumi entrati a far parte del Centro di Documentazione della Fondazione Sasso Corbaro.

Apeirogon.

Colum McCann, Feltrinelli, 2021.

Parole chiave: Etica politica; Lutto; Dolore

Ci chiamavano matti. Voci dal manicomio (1968-1977).

Anna Maria Bruzzone, Il Saggiatore, 2021.

Parole chiave: Psichiatria; Storia della medicina; Prognosi e destino

Il cavaliere e la morte.

Leonardo Sciascia, Adelphi, 2014.

Parole chiave: Letteratura

Immunità. Vaccini, viurs  e altre paure. 

Eula Biss, LUISS University Press, 2021.

Parole chiave: Pandemia; Storia della medicina

La società della stanchezza. Nuova edizione ampliata.

Byung-Chul Han, Figure Nottetempo, 2020.

Parole chiave: Filosofia; Lavoro
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