Newsletter #14, Marzo 2021

Pour certaines personnes, les maisons de retraite ou d’autres établissements médicaux de long séjour deviennent leur seul et véritable domicile. Cependant, la liberté du choix quant à l’autodétermination de sa propre fin de vie n’est pas toujours assurée.

En Suisse, cet aspect n’est pas réglé au niveau fédéral. Seulement deux cantons sur vingt-six ont adopté des dispositions de lois spécifiques visant à garantir cette liberté au sein des établissements médicaux subventionnés par l’État. Dans les autres cas, cela revient aux institutions elles-mêmes d’établir ces conditions, sans aucune obligation.

Très souvent, ces endroits n’autorisent pas de demandes d’assistance au suicide dans leurs locaux. Les personnes y demeurant sont alors obligées de trouver un lieu différent, malgré tout ce que le déplacement d’une personne malade ou très vieille comporte.



Art. 115, n. 2 / 7, © Sabine Cattaneo, 2016

Dalla formazione alla ricerca e ritorno

La Fondazione Sasso Corbaro nacque una ventina di anni fa, con lo scopo di permettere ai curanti di approfondire il significato dell’“essere malato” e di comprendere la malattia, non solo nel suoi aspetti più clinici e pratici, ma anche nella sua dimensione etica, filosofica e comunicativa. 

Negli ultimi tempi la nostra riflessione etica si è ampliata. Abbiamo approfondito il rapporto curante-malato, i significati del “prendersi cura” e i dilemmi etico-clinici. Inoltre, ci siamo aperti alla salute pubblica. Dal paziente abbiamo rivolto lo sguardo alla comunità dei malati, sempre partendo dal presupposto che, per curare bene le persone vulnerabili, occorre permettere a tutta la società di usufruire di servizi sanitari organizzati, equi, accessibili e in grado di rispettare e proteggere le minoranze. 

A tal riguardo, la recente pandemia ha chiaramente dimostrato, non solo l’importanza dell’etica clinica ma anche dell’etica socio-politica, per perseguire l’obiettivo radicale e rivoluzionario di garantire una buona salute a ogni cittadino. 

Per questo, nel suo “grande piccolo” la FSC ha creato un Centro di documentazione con più di 7000 tra libri e film riguardanti tematiche etiche e di Medical Humanities (letteratura, filosofia, sociologia, politica… ma anche emozioni, sentimenti, passioni, speranze, sogni etc.). Inoltre, nel corso degli ultimi due decenni, ha organizzato centinaia di giornate formative tra Master, simposi, lectio magistralis e eventi di vario genere su percorsi tematici (ultimamente sfruttando le potenzialità del digitale).

Un ulteriore ausilio a queste attività e per tenere memoria dei loro valori è la pubblicazione della Rivista per le Medical Humanities, organo ufficiale della COMEC, la commissione di etica clinica dell’EOC. Questo quadrimestrale, giunto ormai al suo 48esimo numero, nei suoi 15 anni di vita ha messo a disposizione circa 5000 pagine dedicate ai curanti e continuerà a produrre validi contenuti in vista dell’importante e simbolico traguardo del 50esimo numero.

Alla FSC pensiamo che la ricerca basata sulle evidenze e l’approfondimento dei temi che da essa emergono siano indispensabili per il buon insegnamento dell’arte del prendersi cura . Per questo, il privilegio, ma anche i doveri derivati dall’essere diventati un istituto associato all’Università della Svizzera Italiana ci ha indotti a sviluppare le conoscenze metodologiche indispensabili per la realizzazione di ogni progetto di ricerca. 

In realtà, la nostra attività scientifica iniziò già parecchi anni fa grazie a Nicola Grignoli e Valentina Di Bernardo che pubblicarano articoli su riviste a “controllo editoriale” con un buon “Impact Factor”. I loro lavori indagavano le tematiche etiche riguardanti il concetto dell’autonomia relazionale, l’intimità nei reparti di medicina intensiva del nostro cantone* e la speranza nella comunicazione della prognosi. 

Attualmente, gli ultimi progetti della FSC si concentrano su argomenti che toccano l’etica e la comunicazione durante la pandemia da Covid-19. La presa di decisione etica in caso di triage (Federica Merlo e Marta Fadda), il vissuto dell’isolamento nelle Case per anziani da parte dei curanti e dei famigliari (Sheila Bernardi e Maddalena Fiordelli), l’impatto psicologico durante l’emergenza sanitaria (Sheila Bernardi, Nicola Grignoli e Serena Petrocchi). A questi si aggiunge, grazie alla preziosa collaborazione di Stefano Cavalli, direttore del Centro competenze anziani della SUPSI, una ricerca (nell’ambito dello studio “Corona Immunitas” diretto da Luca Crivelli e Emiliano Albanese) sul vissuto di circa 800 “over65” rispetto alla loro percezione della Dignità nel corso del periodo di limitazioni alle libertà individuali per il Covid-19. 

Un altro percorso su cui ci si sta concentrando è l’inizio-vita con il progetto “Narrazioni delle nascite durante il Covid” (Laura Lazzari). 

Infine, è ormai pronto uno studio sulla gestione della presa di decisione etico-clinica per i pazienti pediatrici con disturbi della coscienza (Federica Merlo e Marta Fadda). 

In conclusione, è nostra ferma convinzione che questa attività di ricerca scientifica favorirà una migliore qualità concettuale nell’insegnamento delle Medical Humanities e rafforzerà la loro immagine negli ambienti accademici. Tuttavia, il nostro impegno costante e la promessa a chi ci segue e ci sostiene saranno quelli di non cadere nella tentazione del “pubblicare tanto e per forza”, favorendo la qualità e l’investimento temporale alla quantità di materiale prodotto. 

Pensieri

Brevi approfondimenti, estratti di articoli, video, citazioni, idee, spunti o semplici annotazioni per riflettere insieme sui temi più attuali delle Medical Humanities.

«Le Portugal est devenu, vendredi 29 janvier, le quatrième pays d’Europe à légaliser l’euthanasie, après les Pays-Bas, le Luxembourg et la Belgique. Sans surprise, le texte de loi sur la « mort médicalement assistée », condensé de cinq propositions de loi d’euthanasie préalablement approuvées en février 2020, a été voté par une large majorité, 136 voix pour, 78 contre, et 4 abstentions.[...] La nouvelle loi réserve l’euthanasie aux résidents du Portugal âgés de plus de 18 ans qui en font la demande, à condition qu’ils soient dépourvus de maladies mentales, et qu’ils se trouvent dans une « situation de souffrance extrême », avec des « lésions d’extrême gravité » ou une « maladie incurable ». La décision doit en outre être validée par un comité formé d’au moins deux médecins et d’un psychiatre, s’il existe « des doutes sur la capacité de la personne à demander l’anticipation de la mort concernant sa volonté sérieuse, libre et éclairée ». Elle doit enfin être approuvée une dernière fois par un médecin, en présence de témoins, au moment de l’acte. L’euthanasie et le suicide assisté pourront être pratiqués dans des hôpitaux publics mais aussi des cliniques privées».
Sandrine Morel, "Au Portugal, le Parlement légalise l’euthanasie", Le Monde, 29.01.2021.

«Ma che cosa è questa ”roccia” di cui abbiamo più che mai bisogno, ma che sentiamo fragile? Quale approdo è ancora concesso a noi naviganti o meglio ancora surfisti di terre liquide e in-quiete, in cui facile è smarrirsi al canto delle tante vocianti sirene della  quotidianità? Il libro-arcipelago di Roberto Laffranchini “Si può essere un buon padre?“ svela le condizioni di questo approdo, incontrando nel suo veleggiare le isole della Scuola, della Famiglia e della Società. [...] Continua a leggere».
Graziano Martignoni, "
Il paterno, un 'cannocchiale antropologico'. Per una breve riflessione attorno al libro di Roberto Laffranchini 'Si può essere un buon padre?'", 28.12.2020.

«Tra le sue lezioni americane, Calvino propose questa breve storia. "Tra le molte virtù di Chuang-Tzu c’era l’abilità nel disegno. Il re gli chiese il disegno di un granchio. Chuang-Tzu disse che aveva bisogno di cinque anni di tempo e d’una villa con dodici servitori. Dopo dieci anni il disegno non era ancora cominciato".  "Ho bisogno di altri cinque anni disse Chuang-Tzu. Il re glieli accordò. Allo scadere dei dieci anni, Chuang-Tzu prese il pennello e in un istante, con un solo gesto, disegnò un granchio, il più perfetto granchio che si fosse mai visto"».
Gabriele Di Fronzo, "
Ogni scrittore sconfigge la pagina bianca a modo suo", Domani, 17.02.2021.

«Quand j'étais à l'hôpital, en 2015, j'attendais chaque jour de ma chirurgienne deux discours souvent contradictoires. D'une part, je voulais qu'elle m'informe. D'autre part, je voulais qu'elle me rassure. Tel est l'état du patient: aussi désireux soit-il de savoir ce qu'il en est réellement (et ce n'est pas toujours le cas, parfois il ne veut pas savoir), il ne peut s'empêcher de vouloir des bonnes nouvelles; et il est agacé, déprimé, plaintif, lorsque celles-ci n'arrivent pas. Ces deux fonctions - informer, rassurer - dansent un tango étrange, difficile. La première fonction est scientifique; la seconde, psychologique. Un médecin compétant et scrupuleux s'interdit de dire à son patient des choses fausses, ou dont il n'est pas certain. Il lui doit la vérité, aussi insatisfaisante et ambiguë soit-elle. Mais il doit aussi le motiver, lui remonter le moral, dans la mesure où la force mentale est necessaire à la lutte, à la guérison, à la cicatrisation. Un médecin, et plus encore un chirurgien, a souvent du mal à faire les deux. Ce n'est pas un homme politique».
Philippe Lançon, "Grand corps malade", Charlie Hebdo, 03.02.2021.

«[...] Le docteur Rieux décida alors de rédiger le récit qui s'achève ici, pour ne pas être de ceux qui se taisent, pour témoigner en faveur de ces pestiférés, pour laisser du moins un souvenir de l'injustice et de la violence qui leur avaient été faites, et pour dire simplement ce qu'on apprend au milieu des fléaux, qu'il y a dans les hommes plus de choses, à admirer que de choses à mépriser. Mais il savait cependant que cette chronique ne pouvait pas être celle de la victoire définitive. Elle ne pouvait être que le témoignage de ce qu'il avait fallu accomplir et que, sans doute, devraient accomplir encore, contre la terreur et son arme inlassable, malgré leurs déchirements personnels, tous les hommes qui, ne pouvant être des saints et refusant d'admettre les fléaux, s'efforcent cependant d'être des médecins. Écoutant, en effet, les cris d'allégresse qui montaient de la ville, Rieux se souvenait que cette allégresse était toujours menacée. Car il savait ce que cette foule en joie ignorait, et qu'on peut lire dans les livres, que le bacille de la peste ne meurt ni ne disparaît jamais, qu'il peut rester pendant des dizaines d'années endormi dans les meubles et le linge, qu'il attend patiemment dans les chambres, les caves, les malles, les mouchoirs et les paperasses, et que, peut-être, le jour viendrait où, pour le malheur et l'enseignement des hommes, la peste réveillerait ses rats et les enverrait mourir dans une cité heureuse». 
Albert Camus, "La peste", 1947.

«Selon l’avis majoritaire, l’utopie, à notre époque, émerge de la technologie. Laquelle, de plus en plus, s’installe au cœur de nos vies, s’hybride à nous, résout des problèmes, nous aide à communiquer. Nous attendons d’elle qu’elle transforme la médecine, repousse indéfiniment la mort, nous améliore. Et avant cela, nous tire, chacun et tous ensemble, des mauvaises passes où nous fourre notre vie d’organismes biologiques comme les autres. Mais de plus en plus apparaît une déception. Aucune solution n’est définitive. Il n’existe pas de puissance illimitée. Mais probablement le problème est-il plus profond encore».
Bertrant Kiefer, "
Ce n’est qu’une blague", Revue Médicale Suisse, vol. 17, n. 725, 2021.

«L'épreuve du confinement, qui est à la fois une expérience planétaire et la révélation de nombreuses injustices, nous oblige à prendre la mesure de la crise écologique et de ce que signifie "vivre sur la Terre" aujourd'hui».
Bruno Latour, Le Monde, 13.02.2021.

«Fortunately, there has been some progress on prison health reform. COVID-19 has encouraged some countries to look at overcrowding and to pay more attention to prisoners with high-risk comorbidities, such as diabetes, obesity, and cardiovascular disease. The pandemic has also encouraged discussion on vaccination in prisons, which all otherwise eligible prisoners should receive. In Europe, England and Finland have transferred the governance of prison health from the justice ministry to the health ministry. In the USA, President Joe Biden has abolished federal contracts with privately operated, for profit, criminal detention facilities. Humane and evidence-based prison health systems with community links will improve public health within and outside prison walls, both for COVID-19 and other health issues. Such an approach is key to the pursuit of a just and equitable society. As Nelson Mandela said, “A nation should not be judged by how it treats its highest citizens, but its lowest ones.”».
"
Improving prisoner health for stronger public health", The Lancet, 13.02.2021.

«Je dirais que les personnes âgées, ça n'existe pas vraiment. Même quand on se sent vieux ou vieille, on ne pense pas comme une personne âgée, on ne se rapporte pas à soi-même en se réduisant à une catégorie d'âge, de surcroît disqualifiée et très floue, puisqu'elle peut englober des personnes de 70 ans comme de 100 ans, qui n'ont pas grand-chose en commun, ni en termes de vieillissement, ni en termes d'appartenance générationnelle. Ce qu'elles ont en commun, en revanche, c'est de n'être pas englobées dans le "nous". On entend à la radio que "nous" (sous-entendu les non-vieux) pourrons visiter "nos anciens" dans les Ehpad; on débat sur la manière dont "nous" devons interagir avec "nos aînés", plutôt que nous demander ce que nous voulons quand nous deviendrons vieux ou ce que veulent celles et ceux qui, parmi nous, sont plus vieux. Quand on pense au travail pédagogique qui a été fait pour comprendre ce que révélait le langage sexiste sur les rapports de genre, on est vraiment encore loin d'une telle réflexion collective sur ce que signifient et révèlent les façons dominantes de parler du vieillissement et de la vieillesse».
Juliette Rennes, Le Monde, 26.02.2021.

«[...] Innanzi tutto, dobbiamo rispettare i diritti della corporeità degli altri, che comprendono anche il diritto di parlare e di pensare. Se i nostri compagni avessero rispettato questi “diritti del corpo” non avremmo mai avuto la Strage degli Innocenti, i cristiani nel circo, la Notte di San Bartolomeo, il rogo degli eretici, la censura, il lavoro minorile nelle miniere, o la Shoah. Penso che la vera dimensione etica inizia quando l’Altro appare sulla scena. Anche i laici virtuosi sono convinti che l’Altro sia dentro di noi. Non si tratta di una vaga inclinazione emotiva, ma di una condizione fondamentale. Così come non possiamo vivere senza mangiare o dormire, non possiamo capire chi siamo senza lo sguardo e la risposta degli altri.». 
Umberto Eco, Il Sole 24 Ore, 14.02.2021.

«The talk is now about data, not dates. But this pandemic has always been driven by facts. A rapid accumulation of evidence about the virus and the disease it causes. Layer upon layer of new information, repeatedly revising and reformulating our understanding. A steady stream of numbers, rates, and risks. Scientists and statisticians catapulted into the media to explain, expound, and explicate. Facts should indeed illuminate interpretations, guide responses, and optimise outcomes. But an emergency such as COVID-19 demands more—moments to think about what this pandemic means for us, to ask questions about its deeper impacts on our lives, and to reflect on its consequences for our future. Philosophers, not scientists, might be of more use to us if we are seeking informed contemplation. And a few are now thinking the pandemic. [...] In the new book of reflections about the events of the past year—Pandemic! 2 Chronicles of a Time Lost. Several themes deserve discussion outside the philosophy classroom. First, the real nature of this emergency is, according to Žižek, a “crucial ideological and political battle” across three domains—the pandemic, an ecological crisis, and racism. “One should insist on the basic unity of the three domains”, he argues. This complexity is important for understanding the origins of the present crisis. There is no single cause that can entirely explain it. Our present predicaments arise “from the collaborative functioning of a system, but do not belong to any one part of that system”. Second, the pandemic arrived at a particular economic moment. He emphasises the “absurd capitalist crisis” that has ensued. Class matters here. The pandemic propelled into visibility what was already slowly becoming apparent—a new class of economically marginalised migrant workers, a “geo-social class”, which governments seemed to consider as surplus to existence. Žižek predicts that “new forms of class struggle will erupt”. He also believes that democracy under various forms of lockdown has been “de facto abolished” because the shared space of our communication and interaction is now under private control. Žižek's third theme concerns us as human beings: “we in the west less and less accept death as part of life”. And “we seem to be ready to sacrifice everything for bare life”. That determination to save lives at all cost seems to be diminishing. But the extent to which we will choose death over “bare life” remains uncertain. Fourth, he asks questions about the interface between science and politics. Scientists must take care not to overreach—“the claims of science should be limited so as not to pose a threat to human freedom and dignity”. He reminds us that science is itself divided about the correct approach to the pandemic. His examples are the USA and Sweden, whose authorities “decided to sacrifice thousands of lives to COVID-19, especially those of the old and ill, to maintain the economy and the appearance of normal life”. Finally, he looks ahead to future challenges. He is right to point out the “genuine conflict of global visions about society”. But I am less confident that “It will be a much more modest world.” And I very much doubt COVID-19 will prove to be “a catastrophe that will compel us to find a new beginning”. But whether Žižek is right or wrong is immaterial. What matters is that he is asking questions that should be central to our public discussion about the pandemic and our post-pandemic future. Yet they are not.».
Richard Horton, "Offline: Thinking the pandemic", The Lancet, 27.02.2021.

«Il poeta tedesco Friedrich Hölderlin diceva che “noi siamo colloquio”. Ecco, la cura è prima di tutto ascolto, è mettersi di fronte all’altro, intercettarne le parole. Ma anche un sorriso, una speranza. Persino il silenzio deve essere campo di ascolto e come psichiatra conosco tanti silenzi. A volte sono disperati. In questo ascolto, difficile ma emozionante, c’è una sacca di mistero: è un territorio friabile e bisogna sapersi abbandonare a qualcosa che vada oltre il razionale». 
Eugenio Borgna in Roberta Scorranese, "Il silenzio è la voce di chi soffre. La cura è ascoltarlo", La Lettura, 24.01.2021.

«Nous étions comme vous, et comme vous nous avons cultivé des jardins ouverts à tous les possibles, comme vous nous avons ri, assis à l'ombre des grands arbres, comme vous, nous avons dansé sous un ciel d'insouciance. Pour ne plus devoir vous regarder vivre, nous avons bâti des remparts, des donjons, nous nous sommes isoles dans des forteresses aux murs sans horizon où la bouche pleine d'orties nous conjuguons le sentiment d'injustice». 
Daniel Murith, "La deuxième pas", 2021.

«Come se chiamare eroe un medico, angelo un infermiere, servisse a sanare i conti aperti con realtà spesso sgradevoli: i medici poco difesi sul fronte del contagio, gli infermieri pagati poco in rapporto ai rischi e alle responsabilità, eccetera. Fossimo un poco meno retorici e un poco più operativi, potremmo giocare tutta un'altra partita. È quel famoso "risparmia il fiato e pedala" che i vecchi allenatori gridavano nei momenti decisivi, quando ogni energia andava spesa per cercare di portare a casa il risultato. Noi, il fiato, non abbiamo ancora imparato a risparmiarlo. E lo usiamo troppo spesso per costruire pittoresche cortine fumogene, molto utili per illuderci, per non vedere le cose come stanno, le cose che non vanno.». 
Michele Serra, L'amaca - "
Risparmiare il fiato", La Repubblica, 24.01.2021.

«Qualcosa, dunque, insiste nel dire "Io". Sono i nostri ricordi più traumatici - quelli che ci hanno scritto - che si ripetono con più forza. Ma sono anche gli incontri che abbiamo mancato, le occasioni sfuggite che esigono incessantemente di ritornare. Ci sono impronte traumatiche che non smettiamo di ricordare e ci sono impronte restate sospese, incompiute che ci impongono ancora l'obbligo di pensare a loro, di assemblarle in un altro luogo.».
Massimo Recalcati, "
Andrea Bajani e l'indagine sulle case dell'Io", La Repubblica, 05.02.2021.

«[...] [È, ndr.] bene far presente, come unico preliminare davvero ineludibile, che il rischio zero non esiste, non è mai esistito, non esisterà mai. Non solamente in tema di vaccini (e di farmaci in senso lato); ma anche innamorandosi, viaggiando, lavorando, uscendo di casa, cucinando, facendo la doccia, svegliandosi al mattino, affacciandosi alla finestra e perfino dormendo, visto che il coccolone è in agguato anche quando fingiamo di essere morti per non dare nell'occhio. Il rischio zero non è dato [...]. Posso ridurla al minimo, non eliminarla del tutto. Dal concepimento al decesso, il rischio zero non fa parte della vita.
La cosa strana è che l'umanità ha sempre saputo benissimo, fino a poco tempo fa, direi pochi attimi fa, che il rischio zero non esiste. Poi è come se lo avesse dimenticato. Di colpo. Diecimila anni e rotti di civilizzazione hanno avuto per obiettivo (logico, giusto) minimizzare i rischi. Ora il rischio, per molti esseri umani, non è più concepibile.».
Michele Serra, L'amaca – "Rischiare ovvero vivere.", la Repubblica, 19.12.2020.

«Einem Virus begegnet man genau ein Mal. Es dockt an eine Zelle an und dringt in sie ein. Dort zerlegt sich das Viruspartikel, setzt sein Erbgut frei und erlischt. Aber mit der Infrastruktur und den Ressourcen der Wirtszelle entstehen aus dem Bauplan des Virus Tausende neue Viren. Schon vor vier Millionen Jahren haben frühe Formen von Viren das beginnende Leben parasitiert. Bis heute sind sie mit Abstand die erfolgreichste Existenzform auf diesem Planeten. Und das, obwohl sie ständig Fehler machen. Keine Kopie eines Virus ist wirklich exakt. Beim Abschreiben der Blaupause passieren Schnitzer. Varianten entstehen. Die meisten sind existenzbedrohend – die Kopiermaschine zerstört sich selbst, indem sie fahrlässig den eigenen Bauplan verstümmelt. Andere Fehler sind unerheblich, weil kleine Veränderungen in der Bauanleitung deren Sinn nicht entstellen. Sehr, sehr wenige Fehler sind nützlich, gehen aber unter, etwa, weil das Virus keinen neuen Wirt findet. Einige Fehler verbreiten sich – und fallen auf.
B.1.1.7, 501Y.V2 oder P.1 heißen Varianten des Coronavirus Sars-CoV-2. Sie sind im November in Großbritannien aufgetaucht, im Dezember in Südafrika un Brasilien (siehe Seite 40). Sie haben offenbar nützliche Kopierfehler angehäuft. Sie stehen im Verdacht, schneller zu sein als die bisher bekannten Formen, infektiöser, gefährlicher. Das führt zu Grundsatzfragen: Hilft auch gegen ihre Ausbreitung, was Wissenschaft und Politik bisher an Strategien entworfen haben? Haben wir es gar mit einem neuen Gegner zu tun?
Ganz sicher haben wir es mit Evolition zu tun. Evolution hat kein Ziel. Viren haben keine Absichten. Sie passen sich nicht gezielt an. Nur zufällig entstehen neben jeder Menge Informationsmüll Varianten, die besser angepasst sind - und sich daher schneller verbreiten. Sie können rascher andocken, fester anhaften, schneller eindringen oder setzen sich zuverlässiger wieder zusammen.
Viren flüchten nicht, weder vor unserem Immunsystem noch vor unseren Impfstoffen. Aber es gibt sogenannte Escape-Mutationen, Fluchtmutationen, die das Virus zufällig so verändern, dass es unseren Antikörper und Immunzellen entkommt».
Ulirch Bahnsen e Andreas Sentker, "Viren: Nach den Regeln der Natur", Die Zeit, 21.01.2021.

«Consentir, c'est pouvoir s'en remettre à l'autre en toute confiance. C'est être assuré qu'il est suicieux de notre intérêt et capable de proposer des dispositifs justifiées et adéquats. Dans le contexte de l'éthique médicale, l'exigence d'intégrité, de loyauté et de transparence est souvent évoquée. Elle conditionne l'acceptation d'une forme de concession provisoire de l'autonomie du patient à l'autorité du médecin responsable de la mise en œuvre d'une décision concertée. Dans les cas difficiles, l'examen bénéficie d'une réunion de concertation pluridisciplinaire, confrontant différentes expertises [...] 
La capacité de consentir aux décisions de l'Etat semble aujourd'hui s'être altérée au point d'être épuisée. Comment rétablir une relation de confiance si ce n'est dans le dialogue social et reconnaissant la diversité des expertises et capacités d'initiative? Cette question mérite mieux que la compassion gouvernementale. Le consentement n'est pas l'abnégation ou le sacrifice. Il requiert, en contrepartie à ce qui est consenti, la conviction que les décisions prises sont justes, cohérentes, dignes de notre confiance».
Emmanuel Hirsch, "Face à la pandémie de Covid-19, «sommes-nous prêts, encore, à consentir?»", Le Monde, 26.01.2021.

«Isolation during illness is not new, but its effects and inequities are magnified by this pandemic. Visitor restrictions are reasonable public health measures, but they are inherently inequitable. People with the means to care for loved ones at home do not suffer the consequences of these rules as severely. Those with smartphones and data plans can connect in spite of the rules. Such inequities don’t mean we should entirely eliminate the limits — unfortunately, we don’t have that luxury. But in moments of stable but not surging pandemic spread, we can reexamine our rules and how we enforce them. We can work to ensure that the most marginalized among us don’t become even more vulnerable because there’s no one at their side to notice, advocate for, and accompany them».
Simone Vais, "The Inequity of Isolation", The New England Journal Of Medicine, 25.02.2021.

Sullo scaffale

Consigli di lettura, spunti di riflessione, recensioni di libri e film raccolti nel Centro di documentazione della Fondazione Sasso Corbaro.

L'arte di legare le persone

Paolo Milone

La scrittrice Valeria Parrella, in un twit del 12 febbraio 2021, scrive de L’arte di legare le persone«È un sollievo sapere che qualcuno sa occuparsi dei nostri terrori». Lo psichiatra Paolo Milone ha scritto questo suo esordio nel corso dei quarant’anni passati «in prima linea» al servizio dei malati, in un Centro di salute mentale e in un reparto psichiatrico ospedaliero. Frammentario, poetico, ironico, L’arte di legare le persone è a tratti dolcissimo, a tratti cupo e violento. [...] Perchè leggerlo? PPer prepararsi all’appuntamento con Paolo Milone che il 14 aprile 2021 alle ore 20.00 sarà ospite dei mercoledì della Fondazione Sasso Corbaro. [...] Continua a leggere 

Recensione di Federica Merlo

La matematica è politica

Chiara Valerio

Conobbi Chiara Valerio per la prima volta leggendo il suo romanzo Il cuore non si vede. Fu il mio primo libro del 2020 e ricordo che rimasi folgorata. Poi, in primavera, quando lentamente ci si apprestava ad uscire dalla prima ondata della pandemia comparve sugli scaffali delle librerie La matematica è politica, un curioso pamphlet di un centinaio di pagine pubblicato nella collana Vele di Einaudi (nella quale si trovano piccoli saggi uno più interessante dell’altro!). [...] Perché leggerlo? Perché aiuta a trovare vie da percorrere per riflettere sul periodo che stiamo vivendo. [...] Continua a leggere

Recensione di Federica Merlo

Dalla rivista per le Medical Humanities

Il tema della rappresentazione fotografica della malattia, della sofferenza e del fine vita - al centro dell'indagine condotta da Sabine Cattaneo nella serie Art. 115, proposta in apertura alla nostra Newsletter - era protagonista di uno stimolante contributo di Nicolò Saverio Centemero, comparso sul n. 38 della rivista per le Medical Humanities, che abbiamo scelto di riproporvi.

Belle immagini di sofferenza: una narrazione

Nicolò Saverio Centemero, rMH n. 38.

È lecito fare delle «belle fotografie» di persone che soffrono e osservare, grazie a queste, il dolore di altri esseri umani? A questo interrogativo l’autore del contributo cerca di dare una risposta, appoggiandosi sulla sua esperienza di medico al letto dei malati e sulla sua passione per la fotografia. Le «belle immagini di sofferenza», che umanamente ci fanno commuovere, dovrebbero anche spingerci a fare qualcosa di tangibile, come accade per il medico davanti alla sofferenza dei propri pazienti. È quindi l’azione, la reazione che chiede a colui che le guarda, a rendere necessarie certe fotografie. Clicca qui per leggere l'articolo

Curare ad arte

Una ricerca sul tema della cura nel mondo dell'arte, perché curare è un'arte e l'arte può essere cura.


Autoritratto come allegoria della pittura

Artemisa Gentileschi, 1638

olio su tela, Kensington Palace, Londra

Artemisa Gentileschi non è stata una pittrice, ma La pittrice. Senza di lei forse non avremmo avuto Berthe Morisot, Tamara de Lempicka e neanche Frida Kalho. In un ambito artistico all’epoca ad esclusiva maschile lei si è fatta strada e ha scardinato più di un pregiudizio. [...] Continua a leggere

Agenda

EVENTI

«L'arte di legare le persone». Paolo Milone dialoga con Nicolò S. Centemero

Frammentario, poetico, ironico, a tratti dolcissimo, a tratti cupo e violento, «L’arte di legare le persone» è un romanzo che ti resta dentro. Protagonista è la Psichiatria d’urgenza, narrata per impressioni, aneddoti e riflessioni. Momenti lirici e attimi di pura tragedia si susseguono a ritmo incalzante e senza un apparente fil rouge. Non c’è teoria, non c’è nulla di astratto, c’è il quotidiano del duro lavoro clinico, della sofferenza dei pazienti, del ritorno a casa alla notte svuotati dalla fatica... ma c’è anche l’amore per i suoi matti, così come li chiama l’autore, e per la propria professione.
Quando? Mercoledì 14 aprile 2021, ore 20:00
Dove? 
In live streaming su Zoom e in diretta sulla pagina Facebook @fondazionesassocorbaro
Scarica la locandina

FORMAZIONE

Per orientarsi nel disorientamento - Primo evento in occasione della Giornata Mondiale dell'Autismo 2021 

La Fondazione Oltre noi e la Fondazione Sasso Corbaro sono liete di presentare la prima giornata del percorso di formazione e di informazione «Per orientarsi nel disorientamento».
Quando? Martedì 30 marzo 2021 
Dove? 
In live streaming su Zoom
Come? Informazioni e preiscrizioni a info@autismo.ch / fondazione@sasso-corbaro.ch
Scarica la Locandina con il programma della giornata

SUMMER PROGRAM IN MEDICAL HUMANITIES: Medical Humanities and Evidence-Based Care in Pregnancy, Birth and Postpartum 

Un corso interdisciplinare dedicato ad esplorare le pratiche di cura diffuse nelle culture occidentali in relazione alla gravidanza, al parto e al post-parto. Il corso si rivolge a studiosi e studenti post-laurea in studi letterari e culturali comparati, studi sulla maternità, scienze umane mediche e altri campi correlati, e a professionisti e aspiranti professionisti del parto (infermieri, ostetrici, educatori e ginecologi, tra gli altri).
Quando? Dal 30 giugno al 9 luglio 2021, iscrizioni entro il 15 maggio 2021
Come? Maggiori informazioni su www.fus.edu.

Novità

«Le parole della pandemia 3» su YouTube

Tutte le serate del ciclo «Le parole della pandemia 3 | Negazionismo e vaccini», conclusosi lo scorso 3 marzo, possono essere riviste attraverso il Canale YouTube della Fondazione Sasso Corbaro.

I vaccini: uno sguardo storico

Bernardino Fantini, biochimico e storico, professore emerito di Storia della Medicina, Università di Ginevra, dialoga con Michela Daghini giornalista RSI.

Etica dei vaccini vs. etica della vaccinazione 

Simone Romagnoli, filosofo ed etico, segretario scientifico della Commissione Nazionale di Etica, dialoga con Aldo Sofia, giornalista.

Per una storia del negazionismo

Donatella Lippi, professoressa ordinaria di Storia della Medicina, Università di Firenze, dialoga con Cristina Savi, giornalista RSI.

Fra negazionismo e religione

Daria Pezzoli Olgiati, professoressa ordinaria di Scienze delle religioni, Università di Monaco di Baviera LMU, dialoga con Pietro Snider, dottore in filosofia.

Ultimi arrivi in Videoteca

Una selezione degli ultimi film entrati a far parte del Centro di Documentazione della Fondazione Sasso Corbaro.

Phénomènes.

regia di M. Night Shyamalan, USA / India, 2008.

Parole chiave: Pandemia

Les combattants.

regia di Thomas Cailley, Francia, 2014.

Parole chiave: Medici; Sentimenti; Religione; Etica politica

Un jour de pluie à New York.

regia di Woody Allen, USA, 2019.

Parole chiave: Sentimenti

Dimenticare Venezia.

regia di Franco Brusati, Italia / Francia, 1979.

Parole chiave: Genere; Morte; Vecchiaia

Cabin Fever - The New Outbreak.

regia di Eli Roth, USA, 2002.

Parole chiave: Malattia; Solidarietà; Contagio; Sentimenti; Paura; Emozioni; Pandemia

Persona.

regia di Ingmar Bergman, Svezia, 1966.

Parole chiave: Curare; Morte; Malattia; Capolavori

Sinfonia d'autunno.

regia di Ingmar Bergman, Germania Ovest / Svezia, 1978.

Parole chiave: Handicap; Abbandono; Famiglia

Il settimo sigillo.

regia di Ingmar Bergman, Svezia, 1957.

Parole chiave: Pandemia; Morte; Destino; Capolavori

Scarpette rosse / Narciso nero / Duello a Berlino.

regia di Michael Powell e Emeric Pressburger, Gran Bretagna, 1948 / 1947 / 1943.

Parole chiave: Sentimenti; Estetica; Danza; Capolavori

Ananas / Le jardin pétrifié / Kadosh / Kippour / Kedma / Alila / Désengagement.

regia di Amos Gitai, Francia / Israele / Francia - Israele / Israele / Israele / Israele - Francia / Israele - Germania - Italia - Francia, 1983 / 1993 / 1999 / 2000 / 2002 / 2003 / 2007.

Parole chiave: Destino

Il Commissario Montalbano - L'odore della notte.

regia di Alberto Sironi, Italia, 2002.

Parole chiave: Serie TV; Letteratura

In Treatment - Seizoen 1: Week 6-9.

regia di Rodrigo Garcia, USA, 2008-2010.

Parole chiave: Serie TV; Psicanalisi; Sentimenti

10chambre / Délits flagrants / Faits Divers.

regia di Raymond Depardon, France, 2004 / 1994 / 1983.

Parole chiave: Giustizia; Etica politica; Vulnerabilità; Capolavori

Little Birds.

regia di Stacie Passon, Regno Unito, 2020.

Parole chiave: Cinema; Letteratura

Wittgenstein.

regia di Derek Jarman, Giappone / Regno Unito, 1993.

Parole chiave: Biografia; Filosofia

Educazione siberiana.

regia di Gabriele Salvatores, Italia, 2013.

Parole chiave: Destino; Morale; Educazione

Revenant.

regia di Alejandro González Iñárritu, USA, 2015.

Parole chiave: Giustizia; Sofferenza

Frissons / Rage.

regia di David Cronenberg, Canada / USA - Canada, 1975 / 1977.

Parole chiave: Pandemia; Trapianti

Fuocoammare.

regia di Granfranco Rosi, Italia, 2016.

Parole chiave: Migrazione; Diritti umani; Male

Birdman (le imprevedibili virtù dell'ignoranza).

regia di Alejandro González Iñárritu, USA, 2014.

Parole chiave: Arte; Pandemia; Trapianti

San Clemente.

regia di Raymond Depardon e Sophie Ristelhueber, Francia, 1982.

Parole chiave: Psichiatria; Vulnerabilità; Etica politica; Capolavori

Urgences.

regia di Raymond Depardon, Francia, 1988.

Parole chiave: Psichiatria; Urgenza; Vulnerabilità; Povertà; Umanesimo; Etica politica; Capolavori

Il posto delle fragole.

regia di Ingmar Bergman, Svezia, 1957.

Parole chiave: Medicina; Medie; Destino; Memoria; Capolavori

L'usage du monde, vol. 1 - Les Hommes de la forêt 21 / Lumière du Nord / La Maison vide / L'Argent du charbon / La Montée au ciel

regia di Julien Samani / Serguei Loznista / Stéphane Breton / Wang Bing / Stéphane Breton, Francia / Francia / Francia - USA / Francia / Francia - Nepal, 2007 / 2008 / 2008 / 2008 / 2009

Parole chiave: Documentario; Antropologia; Umanesimo

L'usage du monde, vol. 2 - Eux et moi / Le Ciel dans un jardin / Un été silencieux / Le Monde extérieur / Nuages apportant la nuit.

regia di Stéphane Breton, Nuova Guinea / Nuova Guinea / Kirghiztan / Francia / Nuova Guinea, 2001 / 2003 / 2005 / 2007 / 2007.

Parole chiave: Documentario; Antropologia; Umanesimo

Notfilm.

regia di Ross Lipman, USA, 2015.

Parole chiave: Letteratura; Umanesimo

Parla con lei.

regia di Pedro Almodóvar, Spagna, 2002.

Parole chiave: Coma; Destino; Morte; Capolavori

Hors normes.

regia di Olivier Nakache e Éric Toledano, Francia, 2019.

Parole chiave: Handicap; Autismo

Youth.

regia di Paolo Sorrentino, Italia / Regno Unito / Francia / Svizzera, 2015.

Parole chiave: Vecchiaia

Senilità.

regia di Mauro Bolognini, Italia / Francia, 1962.

Parole chiave: Letteratura
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