Newsletter #12, Gennaio 2021

«Yangold ha sei anni. Stringendo la mano di suo padre, si appresta a fuggire da Lhasa, la capitale del Tibet, per non dover rinunciare a un’educazione tibetana, a causa del controllo cinese. Come migliaia di altri bambini prima di lei, Yangold affronterà il passo Nangpa (5716 m), nell’Himalaya, prima di raggiungere il Nepal e proseguire verso Dharamsala, in India, terra d’esilio del Dalai Lama. Nonostante i divieti e i rischi, nell’aprile 1995 Manuel Bauer è riuscito a documentare questo viaggio della speranza, durato in tutto 17 giorni. Il reportage completo è pubblicato da Limmat Verlag nel volume Flucht aus Tibet, 2009».
Fotografia di Manuel Bauer, in rMH n. 18

Pandemia: anziani, isolamento e vaccinazioni

Fin dal suo palesarsi, la pandemia da nuovo Coronavirus ha fatto emergere la necessità imperativa di proteggere, con l’adozione di misure d’isolamento, le persone più fragili e vulnerabili, cioè gli anziani ammalati e i disabili. La volontà di salvaguardare delle vite umane ha comportato – soprattutto all’interno delle case di riposo – restrizioni delle libertà individuali e collettive, determinate dalla limitazione delle possibilità di movimento autonomo. Gli interventi cautelativi, sebbene generati da preoccupazioni comprensibili, in molti casi hanno comportato anche conseguenze negative sulla situazione esistenziale e sulla qualità di vita delle persone residenti negli istituti, costrette ad accettare una lunga separazione dalle persone care e dagli amici. Il quadro, dai risvolti complessi e talvolta tragici, va tuttavia considerato tenendo presente come parecchi decessi legati all’infezione virale si verifichino all’interno di comunità che condividono spazi comuni, com’è sovente il caso nelle case per anziani. Le cause dell’alta incidenza della mortalità in tali ambienti sono molteplici e riguardano sia la vulnerabilità elevata dei residenti sia determinate condizioni più specificamente strutturali.

Resta comunque aperta la necessità di riflettere su quanto alcune severe restrizioni possano essere discriminatorie per gli individui chiamati a sopportarle. La responsabilità di adottare delle decisioni in situazioni tanto delicate dovrebbe sempre essere accompagnata da un’attenta valutazione dei principi inalienabili riferiti ai diritti umani e della dignità degli individui, includendo sempre le persone interessate nel processo decisionale. Le attuali raccomandazioni sono bene note, ma resta pressante l’invito rivolto soprattutto ai giovani a non allentare l’attenzione fin verso la fine del corrente anno quando il vaccino avrà dimostrato tutta la sua efficacia. Mi piace ricordare che vaccinarsi è un dovere nei confronti della comunità per proteggere i cittadini più fragili e vulnerabili per quanto riguarda il loro rischio di morire per il contagio: chi non si vaccina non espone soltanto sé stesso alla possibilità di ammalarsi gravemente, ma espone anche gli altri che, indifesi, saranno obbligati a pagare il prezzo della loro ignoranza scientifica e dei loro pregiudizi fideistici.

Come scrive Michele Serra, “L’anno appena trascorso, così duro e insolito, ci ha aiutato a capire che in certi momenti bisogna accettare le fatiche dell’eguaglianza, ammettere di essere legati a doppio filo a un destino collettivo. Per questo, soprattutto per questo, vaccinarsi non è solo utile. È anche giusto.” Certo è che il principio etico dell’autonomia non permette di obbligare una persona a vaccinarsi, ma ci si potrebbe almeno pensare, quale dovere deontologico, a difesa di chi non può difendersi o non può evitare di essere preso in cura.

La campagna di vaccinazione è iniziata, ma non si potrà disporre di dosi in quantità sufficienti per vaccinare allo stesso tempo tutte le persone che ne faranno richiesta e vi sarà quindi una limitazione, seppur temporanea, all’accesso al vaccino: l’obiettivo principale è di proteggere le persone particolarmente a rischio, riducendo così i decorsi lunghi, le complicanze croniche della malattia e quindi la loro mortalità. Disporranno subito del vaccino i loro curanti e, speriamo, anche i congiunti. Le vaccinazioni numerose diminuiranno pure il sovraccarico sanitario e garantiranno la continuità della qualità delle cure per i traumi e le malattie non causate dal coronavirus; la speranza più difficile da realizzare è quella di poter così circoscrivere e prevenire la povertà, sia a corto termine sia per la prossima generazione, conseguente alla perdita delle attività lavorative.

La comunicazione delle priorità da parte delle autorità dovrà essere chiara e trasparente per permettere a ogni persona di prendere una decisione libera e informata, ma pure responsabile, preservando la fiducia della popolazione nei confronti delle istanze politiche del paese. Sarà inoltre indispensabile, almeno dal profilo etico, fare tutto il possibile per una distribuzione equa dei vaccini garantendo il loro accesso in particolar modo nei paesi a basso reddito. La pandemia ci ha mostrato la radicale dipendenza dal nostro modello sociale, sperimentando la fragilità dello stare insieme e la difficoltà di prevedere e pianificare il nostro futuro. Per vivere e sopravvivere occorre saper vivere assieme ed è indispensabile dare la parola a chi non ha la possibilità di esprimersi e di farsi valere: “è compito dell’etica essere come lo specchio dei valori non considerati prioritariamente dalla politica” (Daniel Bogner).

Roberto Malacrida
Membro della Commissione Nazionale di Etica (CNE)

I mercoledì della Fondazione Sasso Corbaro

La Fondazione Sasso Corbaro è lieta di presentare due nuovi appuntamenti con i suoi tradizionali «mercoledì»: una serata dedicata a sciogliere i dubbi legati alle vaccinazioni, e una nuova puntata del ciclo «Le parole della pandemia».

Per capire meglio le insicurezze legate alle vaccinazioni: aspetti statistici, scientifici ed etici
Mercoledì 20 gennaio 2021, ore 20:30, in live streaming su Zoom e in diretta Facebook

Quali sono le incertezze alle vaccinazioni? I dati statistici e le evidenze scientifiche possono aiutarci a sciogliere questi dubbi? E in che modo, in tema di vaccinazioni, la libertà di scelta del singolo individuo si ripercuote sulla collettività? 

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Le parole della pandemia, 3. «Negazionismo e vaccini». | Lessico etico-storico
Febbraio - marzo 2021, in live streaming su Zoom e in diretta Facebook

Il ciclo «Le parole della pandemia», promosso dalla Fondazione Sasso Corbaro nell’intento di aiutare a comprendere meglio la terminologia più diffusa durante la pandemia da COVID-19, torna da voi con un nuovo tema: dopo le serate sul «Lessico medico» e quelle dedicate al «Lessico sociale», ci concentreremo sul «Lessico etico- storico» legato al tema del negazionismo e dei vaccini: che cosa significano esattamente queste parole, e quale è il loro utilizzo in relazione all’’emergenza sanitaria? 
Il primo appuntamento si terrà mercoledì 3 febbraio alle 20:00, in compagnia Bernardino Fantini, biochimico e storico della medicina, e Michela Daghini, giornalista.
Il programma completo de «Le parole della pandemia, 3» verrà pubblicato a breve sul sito della Fondazione Sasso Corbaro.

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Pensieri

Brevi approfondimenti, estratti di articoli, video, citazioni, idee, spunti o semplici annotazioni per riflettere insieme sui temi più attuali delle Medical Humanities.

«È voltare la pagina del libro che dà senso alle pagine precedenti. Ogni libro, come ogni esistenza, non è fatta però solamente dalle pagine già scritte e lette ma da quelle che devono ancora venire. Sono queste pagine che daranno senso alle pagine che vengono prima. In questo senso l’ultima pagina è quella che chiudendo la storia, rendendola davvero finita, scritta per sempre, risignifica tutte le pagine precedenti. Ma allora l’ultima pagina sarebbe quella che renderebbe impossibile voltarne altre? Sappiamo che tutti i libri che sono già stati letti restano in qualche modo ancora presenti nei racconti dei libri che non abbiamo ancora letto. Se il nostro libro — il libro della nostra esistenza — è terminato, se si è definitivamente chiuso, questo non significa che le sue pagine non possano essere ancora voltate da lettori sconosciuti. Non esiste, infatti, in nessuna parte del mondo un libro capace di contenere tutti i libri, non esiste per principio il Libro dei libri. Anche l’ultima pagina non sarà mai allora davvero l’ultima. Le parole resistono al dominio insensato della morte. Non è mai il tempo dell’ultima parola perché non tutto è morte. Sono solamente le parole che verranno a resuscitare o a far morire le parole che abbiamo pronunciato. È il nostro modo di ereditare le parole che vengono dal passato a farle vivere ancora o spegnerle per sempre. Ogni volta che voltiamo una pagina decidiamo il nostro passato perché facciamo esistere il nostro avvenire». 
Massimo Recalcati, "Ogni essere umano è un libro", La Repubblica, 14.11.2020

«I selvaggi no-vax alzano i loro scudi a difesa di un’oscurantista visione della medicina moderna, che essi percepiscono come una magia nera: magia, perché la trovano incomprensibile, e nera, perché la credono dannosa. E non è facile, in effetti, cercare di spiegare come funzionino i vaccini: soprattutto quello che dovrebbe e potrebbe immunizzarci dal Covid-19, prodotto a tempo di record in meno di un anno e appena approvato per l’uso. Si tratta di una meraviglia scientifica, che probabilmente frutterà un premio Nobel per la chimica o la medicina ai suoi inventori: per la prima volta, infatti, un vaccino non è stato ottenuto dalla manipolazione di organismi naturali preesistenti, ed è stato invece programmato teoricamente e prodotto sinteticamente, sulla base della biologia molecolare nata negli anni Cinquanta, quando James Watson e Francis Crick scoprirono la struttura a doppia elica del dna». 
Piergiorgio Odifreddi, "Così l’ignoranza sui vaccini ha stregato i selvaggi moderni", Domani, 08.01.2021

«Camus amalgama in un'unica immagine l'ostilità impersonale del mondo e il Terrore astratto della dittatura; sì che risulta che gli appestati debbano essere considerati ad un tempo vittime e carnefici. Analizzando il celebre passo: "Atene appestata e disertata persino dagli uccelli, le città cinesi colme di agonizzanti ridotti al silenzio", egli assume l'occhio del dottor Rieux: Camus, lasciando volontariamente in ombra l'origine della peste, vuol obbligare il lettore a porre a sé, aldilà del problema della malattia, quello del male e dell'innocenza, nella loro più vasta estensione».
Jean Starobinski, "Le corps et ses raisons" in Il Sole 24 Ore, 22.11.20

«L’aide à mourir répond à des situations non contrôlées, à des impasses qui sont somme toute rares heureusement. […] Pour avoir accompagné et aidé à plusieurs reprises des malades dans cette démarche, j’ai à chaque fois ressenti énormément d’humanité, de dignité dans la démarche elle-même. J’ai été impressionnée par le courage et la lucidité des malades qui la demandaient. Ce n’était pas facile pour eux et ils m’ont chaque fois remerciée de réaliser cet acte dont ils imaginaient la difficulté pour moi aussi». 
Véronique D’Hondt, "Euthanasie : les malades demandent à avoir le choix", Le Monde, 08.01.2021

«La memoria ha un limite, e tutto finisce. Gli organismi ne sono particolarmente consapevoli non perché riflettano sulla loro morte, ma perché subiscono le pressioni del metabolismo, l'urgenza della vita che chiede di essere alimentata. Ora, proprio questo correre verso la fine dà senso (una direzione, un compimento e un significato) a un processo che altrimenti non ne avrebbe. Ci obbliga ad avere fretta, a concludere, a prendere delle decisioni o a rimpiangere le occasioni perdute, insomma in una parola a vivere e non a vegetare».
Maurizio Ferraris, Robinson - La Repubblica, 12.12.2020

«[...] Analogo è il mito dell'autotrasparenza. La psicolanalisi lo mostra: nell'intimo di ognuno c'è sempre una crepa, una scissione che impedisce la coincidenza di sé con sé. Nessuno è trasparente a sé stesso. Nel sé alberga un altro con cui l'io è costretto a convivere. Ecco perché gli opacisti non difendono un banale diritto alla privacy, come in genere si crede. La loro critica è più profonda e più significative sono le richieste. L'opacità non è un destino, un'ineluttabile fatalità, bensì è un diritto. Si tratta, cioè, del diritto al segreto. Nel riprendere l'etica della cura di matrice femminista gli opacisti indicano nel segreto quella dimensione che, se non preservata, comprometterebbe l'umanità stessa dell'esistenza. L'effetto sarebbe non solo l'uniformità, ma la violenza disumanizzata. È questo il rischio ultimo della standardizzazione burocratica». 
Donatella Di Cesare, "Trasparentisti o opacisti?", L'Espresso, 21.04.2020

«[...] Il faut rappeler que ce sont des hommes de progrès, qui, en France, au XIXe siècle et même au début du XXe ont défendu, contre la droite catholique, l'idée d'un droit des animaux: Grammont auteur de la première loi de protection, Michelet, Hugo, Larousse, Zola, Schoelcher, Clemenceau. Ils ne craignaient pas, ces républicains, qu'on les soupçonne d'aller à contre-courant de l'émancipation humaine quand ils réclamaient l'élargissement du cercle de ceux qui ont ou devraient avoir droit au droit: ils y voyaient un véritable accroissement d'humanité. Pour eux la régression, la "réaction" consistait bien plutôt à reconduire la vieille tradition cartésienne, mécaniste et spiritualiste, celle qui enseigne le mépris envers la sensibilité d'êtres vivants non humains».
Elisabeth de Fontenay, "Les droits des animaux ne sont pas 'réactionnaires'", Le Monde, 08.09.2006

«Ettore Pellandini è stato un vero maestro di psichiatria, anche se certamente non voleva che lo chiamassimo così. Lui avrebbe rifiutato quel titolo di magister, che gli vogliamo qui dare, e avrebbe detto che i veri maestri, per chi sosta accanto alla sofferenza psichica e prova ad abitare quel mondo di follia, quello che chiamiamo le terre del Grande Altro, sono in verità i pazienti stessi. La sua lezione dimora, ieri come oggi, come una sorta di presenza critica, di “vaccino esistenziale” contro le variegate forme della cattiva cura, che ancora, qua e là, si cela nella cura della follia e della sofferenza psichica. La Cura, per lui e per noi, non è e non è mai stata mera terapia, ma una mano tesa verso l'Altro, che ci chiama e cerca la nostra accoglienza. La Cura è gesto di esistenza e di dialogo. Questo è stato il “filo d'oro" del suo lavoro in psichiatria. [...]». 
Viviana Altafin, Valentino Garrafa e Graziano Martignoni, "A Ettore Pellandini, 'magister' di psichiatria", dicembre 2020

«L’école publique est ce qui permet à l’enfant de s’affranchir, plusieurs heures par jour, de son milieu familial et social, quel qu’il soit, pour se confronter au monde et apprendre à s’y frayer d’un chemin. Elle lui transmet des savoirs, mais aussi des clés pour intégrer peu à peu la société et y gagner un maximum d’autonomie. Elle lui offre ce que le plus érudits et les plus intelligents des parents ne peuvent offrir. C’est à l’école, au cœur du groupe, qu’il apprendra à débattre, à argumenter, à contredire et à être contredit, à faire des choix et à accepter que d’autres en fassent, différents des siens, à comprendre ce qui relève du collectif et ce qui relève de l’individu, à se familiariser avec les valeurs de la société dans laquelle il vit. Et ce, qu’il soit un surdoué ou un cancre. […] Pour certains élèves et pour certains enseignants, l’école peut même être un cauchemar. Elle n’est pas la plus en forme des institutions. Mais ce qui est certain, c’est que Samuel Paty y croyait. Il espérait faire de ses élèves des citoyens adultes et aussi émancipés que possible». 
Gérard Birad, "Le travail d'un enseignant", Charlie Hebdo, 06.01.2021

«Le sette non vogliono il bene di nessuno: vogliono autoalimentarsi, continuare a esistere. Una mia insegnante una volta, di fronte alle mie perplessità per alcuni episodi scioccanti a cui avevo assistito, perplessità che mi hanno portato di lì a breve a essere allontanato, mi disse: «Vedi, quando io ho deciso di entrare a far parte di questo gruppo ho deciso che mai il mio interesse personale avrebbe avuto la priorità rispetto a quello comune». Il che si è tradotto nella connivenza con l’abuso in nome dell’«armonia della scuola». Le facoltà individuali – percezione del bene e del male, dignità, rispetto di sé – in una setta non contano più. Si entra in una dimensione nuova. La fascinazione tumultuosa nei confronti di queste comunità per me forse ha iniziato a incrinarsi lì. Il mio (parziale) risveglio c’è stato quando s’è fatto strada in me il sospetto che le sette siano sempre progetti di controllo dell’altro che strumentalizzano il nostro bisogno di finire in una storia vivida, magari un po’ epica. La religione, la pratica spirituale, la cura, il processo di disintossicazione sono pretesti, sono l’epifenomeno. In realtà esse mirano a disporre di un bacino di risorse viventi, e questo è un elemento ricorrente sia nella San Patrignano delle origini, che in Osho e Scientology».
Jonathan Bazzi, "Il dilemma di Sanpa: perché siamo affascinati dalle sette?", Domani, 08.01.2021

Sullo scaffale

Consigli di lettura, spunti di riflessione, recensioni di libri e film raccolti nel Centro di documentazione della Fondazione Sasso Corbaro.

I poveri

William Tanner Vollmann

«Ci sono pochi scrittori contemporanei che, come William T. Vollmann, rimescolano continuamente il confine tra arte e vita. E ci sono pochi scrittori che, al pari di Vollmann, hanno un’idea della letteratura più alta, esclusiva, quasi religiosa» scrive Roberto Festa in un articolo apparso su La Repubblica (Aprile 2020). [...] Perchè leggerlo? Perché, nonostante io non creda esistano scrittori o libri «necessari», chi pensa che la letteratura possa fornirci strumenti, in forma di storie, per comprendere noi stessi e ciò che ci circonda, dovrebbe leggere Vollmann.  [...] Continua a leggere 

Recensione di Federica Merlo

Nella casa dei tuoi sogni

Carmen Maria Machado

Dopo l’esordio esplosivo con la raccolta di racconti Il suo corpo e altre feste (sempre Codice Edizioni, 2019), finalista al National Book Award, e quando tutti si sarebbero aspettati dalla giovane e talentuosa scrittrice americana Carmen Maria Machado un romanzo, lei spariglia le carte e pubblica un memoir. [...] Perché leggerlo? Perché questo è tra i libri più importanti usciti negli ultimi anni! È quello che dovrebbe essere tutta la letteratura contemporanea e futura: sperimentazione a livelli altissimi (es. numerosi generi letterari, rimandi alla cultura pop, giochi con la struttura, alternanza di prima, seconda e terza persona, narratore inaffidabile, enorme lavoro di documentazione) e mai fine a sé stessa. È un libro post-moderno che va oltre al post-modernismo. Chi ama la lettura, non può non amare La casa dei tuoi sogni. [...] Continua a leggere

Recensione di Federica Merlo

Colpa delle stelle

regia di Josh Boone

[...] Perché guardarlo?  I motivi per cui guardare questo film sono tanti. Innanzitutto tocca una tematica difficile da affrontare, quello del cancro giovanile, e lo fa con una semplicità e una sensibilità disarmanti. Attraverso questa difficile tematica il regista mette in luce un altro tema importante: lo status di malato che non deve prevaricare sulla persona. In questo film i due giovani lottano contro il loro status di persone malate che parenti, specialisti e il gruppo di auto aiuto gli etichettano addosso, trovando uno nell’altra qualcuno che li accetti come persona, come giovani, come uomo e come donna. [...] Continua a leggere

Recensione di Martina Malacrida Nembrini

Dalla rivista per le Medical Humanities

In un tempo segnato dalla sospensione dell'attesa - attesa del vaccino, attesa del ritorno alla normalità, attesa di ritrovare la nostra libertà - ci sembra suggestivo richiamare un testo del 2013 in cui Guenda Bernegger, caporedattrice della rivista per le Medical Humanities, analizzava il tema dell'attesa in relazione al contesto delle Cure Intense, trattando di quest'esperienza dal punto di vista fenomenologico.

No man's time. Uno sguardo sull'attesa dal punto di vista delle Medical Humanities

Guenda Bernegger, rMH n. 26

«L’attesa è una dimensione centrale dell’esperienza di malattia, con le sue specificità nel contesto critico: le Terapie intensive sono, per i famigliari, anche luoghi di una «attesa intensiva», che può talvolta protrarsi per un lungo periodo. Il contributo qui presentato indaga questa componente, che si rivela di interesse pure in merito alla questione delle politiche di apertura di tali reparti». Clicca qui per leggere l'articolo

Curare ad arte

Una ricerca sul tema della cura nel mondo dell'arte, perché curare è un'arte e l'arte può essere cura.

Quadrato bianco su sfondo bianco

Kasimir Malevic, 1918

olio su tela, The Museum of Modern Art (MoMa), New York

[...] “L’essenziale è invisibile agli occhi” scriveva Saint-Exupery ne Il Piccolo Principe, e infatti il quadrato quasi neanche si vede, ma c’è. Cosi l’atto di cura, quello essenziale, quell’espressione suprema di prendersi cura dell’altro. Molte volte l’atto di cura è un gesto semplice, impercettibile, a volte invisibile agli occhi. L’atto di cura è spesso un quadrato bianco su fondo bianco, un atto concreto, che c’è, esiste, ma è impercettibile, non intacca la tela nel suo essere presente, non si rende protagonista, rimane sullo sfondo, del suo stesso colore, invisibile agli occhi, ma concreto nel suo intento. [...] Continua a leggere

Agenda

Accademia per le Medical Humanities

Lo scorso 14 gennaio si è tenuta la prima lezione del Programma di formazione 2021 della nuova Accademia per le Medical Humanities della Fondazione Sasso Corbaro: «La cura al tempo del grande contagio». Chi desiderasse prendere parte al corso può scrivere a fondazione@sasso-corbaro.ch per beneficiare di uno degli ultimi posti disponibili.
Quando? Gennaio - dicembre 2021, due lezioni al mese 
Dove? 
In live streaming su Zoom
Come? Iscrizioni a fondazione@sasso-corbaro.ch
Scarica il Dépliant 

Certificato di studi avanzati (CAS) sulla Comunicazione come strumento di cura

SAVE THE DATE - Il CAS, ideato e promosso dalla Fondazione Sasso Corbaro con l’EOC e le Facoltà di Scienze biomediche e di Comunicazione, cultura e società dell’USI, approfondisce le tematiche riguardanti la comunicazione nel rapporto terapeutico, affrontando i temi più complessi dal punto di vista professionale, relazionale ed esistenziale.
Quando? Marzo 2021 - febbraio 2022
Dove? 
Lugano, Campus USI
Come? Iscrizioni a fondazione@sasso-corbaro.ch entro il 30 gennaio 2021 (posti limitati a 25 partecipanti)
Scarica il Save the date

Novità

Ultimi arrivi in Biblioteca

Una selezione degli ultimi volumi entrati a far parte del Centro di Documentazione della Fondazione Sasso Corbaro. Clicca qui per consultare l'elenco completo. 

La mente allargata. Perché la coscienza e il mondo sono la stessa cosa.

Riccardo Manzotti, Il Saggiatore, 2019


«Che cos’è la coscienza? È qualcosa di fisico? E che cos’è la realtà? È qualcosa di esterno, oggettivo, che possiamo davvero conoscere? E come? Dall’antichità a oggi, queste domande perturbanti non hanno smesso di far discutere filosofi e scienziati. Ma le loro risposte si sono sempre basate sul dualismo irriducibile tra mente e realtà, apparenza e mondo fisico, che ha scavato un fossato tra l’uomo e gli oggetti che lo circondano. Così la coscienza umana è diventata un mistero inafferrabile, un fenomeno interiore e soggettivo, e la natura un dato esteriore ed estraneo, come se tra le due esistesse una distanza incolmabile. [...]». 
Parole chiave: Coscienza; Neuroscienze

L'uomo che trema.

Andrea Pomella, Einaudi, 2018


«Vorremmo dirvi: fidatevi. Questo è un memoir di una potenza rara. È la storia della depressione di un giovane uomo, o meglio è la storia di un giovane uomo che guarda il suo male in faccia per cercare di capire piú che può. Usando tutte le armi che ha: l’intelligenza, la forza delle parole, la letteratura, l’arte, la musica, l’ironia, la memoria. L’uomo che trema racconta, s’inoltra nel dirupo della vita di tutti i giorni, non si ferma davanti a niente. Se la sua storia è simile a quella di undici milioni di persone nel nostro Paese, il suo modo di rivelarla non ha molti paragoni. [...]». 
Parole chiave: Letteratura; Psichiatria; Depressione; Narrazione

Le dernier Tango de Kees Van Dongen.

François Bott, Cherche Midi, 2014


«Entouré de jeunes et jolies infirmières, Van Dongen vit ses derniers jours à Monaco en mai 1968. Atteint, entre autres, de la maladie de Parkinson, il n'aura pas le loisir de les déshabiller, de les peindre et de les aimer. Alors il se souvient et reviennent sur ses lèvres ses conquêtes féminines, ses amis Picasso, Max Jacob, Arthur Cravan. Cette confession imaginaire est un enchantement perpétuel. Une valse folle dont on voudrait ralentir le rythme pour ne pas arriver à la dernière page. C'est aussi un hymne à la vie, à l'amour, aux femmes et à leur corps. [...]». 
Parole chiave: Arte; Biografia; Malattia; Fine vita

L'existentialisme est un humanisme.

Jean-Paul Sartre, Gallimard, 2003


«L'existentialisme n'est pas autre chose qu'un effort pour tirer toutes les conséquences d'une position athée cohérente. Elle ne cherche pas du tout à plonger l'homme dans le désespoir. Mais si l'on appelle, comme les chrétiens, désespoir toute attitude d'incroyance, elle part du désespoir originel. L'existentialisme n'est pas tellement un athéisme au sens où il s'épuiserait à démontrer que Dieu n'existe pas. Il déclare plutôt : même si Dieu existait, ça ne changerait rien ; voilà notre point de vue. Non pas que nous croyions que Dieu existe, mais nous pensons que le problème n'est pas celui de son existence ; il faut que l'homme se retrouve lui-même et se persuade que rien ne peut le sauver de luimême, fût-ce une preuve valable de l'existence de Dieu. En ce sens, l'existentialisme est un optimisme, une doctrine d'action. [...]». 
Parole chiave: Filosofia; Umanesimo

Wie ich behandelt werden will. Advance Care Planning.

Tanja Krones, Monika Obrist e Christina Buchser, Rüffer & Rub, 2020
 
«Haben Sie sich schon einmal Gedanken dazu gemacht, wie Sie im Krankenhaus behandelt werden möchten, wenn Sie nach einem schweren Unfall oder mit einer unheilbaren Krankheit nicht mehr urteilsfähig sind? Wer schwer krank ist, soll seine Behandlung mitbestimmen und seine Werte und Wünsche darin einfließen lassen können. Ist die betroffene Person plötzlich urteilsunfähig, stehen das Behandlungsteam und die Angehörigen vor schwierigen Entscheidungen. [...]».

Parole chiave: Curare; Autonomia; Direttive anticipate; Fine vita

Francis Bacon. La violenza di una rosa.

Cristina Portolano, Centauria, 2019


«La storia di Francis Bacon è tanto controversa quanto affascinante. Nato in Irlanda nel 1909, passa la maggior parte della sua vita in viaggio, tra Londra, Parigi, Tangeri, e altre città d’Europa e del mondo. Insieme a pochi altri, Bacon è protagonista di una stagione particolarmente florida della pittura e della scena artistica inglese del dopoguerra e ne è interprete unico e irripetibile. Questo libro ne celebra la vita e le opere, il lascito di un artista sempre alla ricerca disperata di amore e di attenzione verso la sua pittura, per lui unica forma accettabile di realtà. [...]».
Parole chiave: Biografia; Arte

L'imitation de Bartleby.

Julien Battesti, Gallimard, 2019

«Le 29 juillet 2010, à Zurich, Michèle Causse, théoricienne féministe et traductrice, a choisi de dénaître en mourant par suicide assisté le jour de son anniversaire. Se pourrait-il qu’existe un lien entre sa mort et celle du personnage du livre Bartleby le scribe qu’elle avait traduit en français? Telle est la question qui travaille le narrateur, un étudiant en théologie qui commence à bien connaître les Évangiles, où il a lu cette phrase: Cherchez et vous trouverez[...]». 
Parole chiave: Letteratura; Suicidio

Omero, Iliade.

Alessandro Baricco, Feltrinelli, 2013


«Questo volume nasce da un grande progetto di rilettura del poema omerico destinato alla scena teatrale. Alessandro Baricco (forte della consulenza della traduttrice Maria Grazia Ciani) smonta e rimonta l’Iliade creando 24 monologhi + 1, corrispondenti ad altrettanti personaggi del poema e al personaggio di un aedo che ci racconta, in chiusura, l’assedio e la caduta di Troia. In questa operazione di rilettura, Baricco "rinuncia" agli dei – notoriamente protagonisti, al pari degli umani, delle vicende legate alla guerra di Troia – e punta esclusivamente sulle figure che si muovono sulla terra, sui campi di battaglia, nei palazzi achei, dietro le mura della città assediata. Tema nodale di questa sequenza di monologhi è naturalmente la guerra, la guerra come desiderio, destino, fascinazione, condanna. [...]».
Parole chiave: Letteratura; Destino

La forza gentile dell'attenzione. Piccole storie di Mindfulness.

Mariapia Borgnini, Casagrande, 2016

«In un mondo sempre più attraversato da motivi di distrazione, riappropriarsi della capacità di attenzione è una forma di resistenza e di difesa della propria persona e di un certo modo di porsi in relazione con gli altri, le cose e gli eventi che ci circondano. Da qui il successo crescente della Mindfulness, teoria e pratica psicologica le cui origini vanno ricercate nell'insegnamento dell' antica psicologia buddhista e delle psicoterapie cognitivo-comportamentali. In questo libro Mariapia Borgnini affronta il tema della Mindfulness con un approccio narrativo legato alla sua esperienza di psicopedagogista e arteterapeuta attiva soprattutto con gli adolescenti, ma anche con bambini e adulti di ogni età. La Mindfulness, come la intende l'autrice, è un'affettuosa attenzione, una consapevolezza focalizzata che, quando riusciamo a introdurla nella nostra quotidianità, quando riusciamo a darle spazio e a farla durare, rende migliori noi e le persone con cui ci relazioniamo. [...]». 
Parole chiave: Curare

Un po' di compassione.

Rosa Luxemburg, Adelphi, 2007


«Nel carcere di Breslavia, pochi mesi prima di venire trucidata, Rosa Luxemburg assiste a una scena di inusitata violenza nei confronti di un bufalo, e la descrive in una lettera alla sua amica Sonja Liebknecht. Da quel breve, stupefacente testo si dipartirà nel tempo una serie di cerchi concentrici, come se una stessa goccia di esperienza non potesse non far scaturire, per vie imprevedibili, altre parole illuminanti. Un piccolo libro polifonico, fondato sull'affinità delle voci e convergente verso uno stesso punto: la muta sofferenza dell’animale. [...]».
Parole chiave: Letteratura; Sofferenza; Carceri

Albert Camus ou la fatalité des natures.

Frédéric Musso, Gallimard, 2006


«Camus l'Algérois, donc. L'enfant pauvre des faubourgs qui séduit, conquiert, fait des petits métiers, du théâtre, de la politique, du journalisme, agite le secteur, règne sur une jeunesse, organise son oeuvre comme un général d'empire, monte à Paris et se place au premier rang. Il ne lui faut pas cinq ans pour publier L'Étranger et Le Mythe de Sisyphe, faire jouer Le Malentendu et Caligula, animer le prestigieux Combat, diriger la collection "Espoir" chez Gallimard... Peu d'écrivains ont pris autant de coups. [...]». 
Parole chiave: Letteratura

Grand Hotel Scalfari. Confessioni libertine su un secolo di carta.

Antonio Gnoli e Francesco Merlo, Marsilio, 2019


«Mai Eugenio Scalfari si era aperto a considerazioni così intime. Sono le confessioni di un novantacinquenne divertito e attratto da questa lunga epoca di transizione. Attraverso le voci di Antonio Gnoli e Francesco Merlo, egli rivive il suo «secolo di carta», negli anni del trionfo e in quelli recenti del declino. Interrogandosi su cosa potrà riservarci il futuro. Se c’è un modo di essere autenticamente se stessi, queste pagine lo rivelano attraverso gli episodi meno noti o addirittura sconosciuti della sua vita. Ecco allora scorrere, come in un romanzo, l’infanzia cattolica e i genitori in crisi, le profonde amicizie e le contese giovanili, il fascista e l’antifascista, gli amori saldi e le avventure rapsodiche, le malattie e la forza per affrontarle, le professioni svolte e la politica vissuta giorno per giorno. Niente resta occultato in questa sorprendente storia. [...]».
Parole chiave: Biografia

La cura.

Arno Camenisch, Keller, 2017


«Un uomo e una donna, nell’autunno della loro vita, vincono un soggiorno in un elegante albergo a cinque stelle nella splendida Engadina. In quel luogo incantevole la donna sente rivivere ancora una volta desideri e aspirazioni, mentre l’uomo è vittima della paura, dell’insicurezza e affronta tutto come se fosse il suo ultimo viaggio. Per fortuna ha con sé l’inseparabile borsa di plastica dove tiene tutto quello che gli può servire. In questo libro Camenisch alterna quarantasette miniature nelle quali seguiamo i due anziani, il loro rapporto ma anche le domande fondamentali, che sono poi di tutti: da dove veniamo, che cosa volevamo diventare, dove stiamo andando? L’amore, la vita e la morte, le domande senza tempo che trovano una risposta proprio quando l’esistenza è all’imbrunire. [...]». 
Parole chiave: Letteratura; Anziani; Destino

The Tyranny Of Merit. What's Become Of The Common Good?

Michael J. Sandel, Farrar, Straux and Giroux, 2020


«These are dangerous times for democracy. We live in an age of winners and losers, where the odds are stacked in favor of the already fortunate. Stalled social mobility and entrenched inequality give the lie to the American credo that "you can make it if you try". The consequence is a brew of anger and frustration that has fueled populist protest and extreme polarization, and led to deep distrust of both government and our fellow citizens--leaving us morally unprepared to face the profound challenges of our time. [...]».
Parole chiave: Giustizia; Destino, Morale

Essere una macchina.

Mark O'Connel, Adelphi, 2018


«[...] Il viaggio di O'Connell fra i transumanisti – fra coloro che sostengono che, nella Singolarità in cui stiamo entrando, i nostri concetti di vita, di morte, di essere umano andranno ripensati dalle fondamenta – porta molto più lontano di quanto a volte vorremmo. Regala sequenze indimenticabili, come la visita alla setta di biohacker che tentano di trasformarsi in cyborg. E apre uno dei primi, veri squarci sulla destinazione di una parte degli immani proventi accumulati nella Silicon Valley. Che possibilità reali abbiamo di vivere mille anni? chiede a un certo punto O'Connell a un guru del movimento, Aubrey de Grey. "Qualcosa più del cinquanta per cento" si sente rispondere. "Molto dipenderà dal livello dei finanziamenti". [...]».
Parole chiave: Transumanesimo; Neuroscienze; Destino

Filosofia della vulnerabilità.

Gianfrancesco Zanetti, Carocci, 2020


«Il volume mette a fuoco alcuni aspetti dell’intersezione fra la nozione di vulnerabilità e quella di percezione sensoriale. Quest’ultima non è mai neutrale, e in essa può fiorire sia la motivazione a discriminare le figure vulnerabili sia l’argomentazione che a tale discriminazione si oppone sul piano normativo. Lontano da ogni intento di rigida categorizzazione, il libro propone un possibile percorso argomentativo che collega ciascun senso a una figura della vulnerabilità: la “razza” è così associata a simbolismi visivi del colore e dell’occhio, e lo “straniero morale” è la figura che sfida le nostre capacità di ascolto. Attraverso la metafora dei cinque sensi, si giunge così a scandagliare alcune dinamiche culturali e giuridiche che orientano il rapporto tra percezione e discriminazione, e che si annidano in varie articolazioni sociali e istituzionali. [...]».
Parole chiave: Vulnerabilità; Sensi; Filosofia

Ricordati di Bach.

Alice Cappagli, Einaudi, 2020
 

«Esistono passioni cosí potenti da cambiarti la vita. Da rovesciarti la testa, i pensieri, lo sguardo. Per Cecilia la musica è esattamente questo: un modo di vivere, il solo che conosce. «Fai finta di dover parlare di tutto quello che è finito in un abisso, – le dice il suo maestro. – Della gioia e del pianto, della vita e della morte. Fai finta di dovermi raccontare qualcosa che non ha mai avuto parole per essere descritto. Rimane Bach. Tolto tutto rimane solo lui: la lisca del tempo». Ma il tempo che cos’è? Cecilia ha otto anni quando un incidente d’auto le lede per sempre il nervo della mano sinistra e si mette in testa d’imparare a suonare il violoncello. E ne ha diciannove quando tenta i primi concorsi. In mezzo, dieci anni di duro lavoro con Smotlak, un maestro diverso da tutti gli altri, carismatico, burbero, spregiudicato. Per arrivare a scoprire qual è il senso di ogni sfida e della sua stessa vita. [...]». 
Parole chiave: Letteratura; Musica; Handicap

Ansia. Come il cervello ci aiuta a capirla.

Joseph LeDoux, Raffaello Cortina Editore, 2016


«Viviamo in un'epoca che è stata definita l'età dell'ansia. Soffre spesso di crisi d'ansia e di attacchi di paura non solo chi è affetto da disturbi psichiatrici più o meno gravi, ma anche chi è considerato mentalmente e fisicamente sano. Joseph LeDoux, neuroscienziato universalmente riconosciuto come il massimo esperto dei meccanismi neurali alla base di ansia e paura, ci mostra in questo volume come tali sentimenti non debbano essere ridotti a meri stati cerebrali, ma vadano compresi come esperienze consce tipicamente umane, costruite cognitivamente sulla base di processi inconsci che la nostra specie condivide con molte altre. Il terapeuta, per essere davvero efficace, deve saper agire sia sulle esperienze consce sia sui processi inconsci: il cervello è plastico, impara anche a governare ansie e paure. Le generazioni future potrebbero dunque essere meno inclini della nostra a percepire la propria epoca come un'età dell'ansia. [...]». 
Parole chiave: Stress; Neuroscienze

La morte si fa social. Immortalità, memoria e lutto nell'epoca della cultura digitale.

Davide Sisto, Bollati Boringhieri, 2018


«La morte non esiste più. Allo stesso tempo, però, viviamo costantemente circondati dai morti. Relegata lontano dalla nostra quotidianità, medicalizzata, espunta dalle nostre vite, l'esperienza del morire vive oggi una situazione paradossale, quando le immagini e le parole dei cari estinti tornano e irrompono all'improvviso dagli schermi dei nostri telefoni. Moriamo, ma continuiamo a esistere nella presenza ineliminabile della nostra passata vita online. Social network, chat, siti web costituiscono insieme, ad oggi, il più grande cimitero del mondo. [...] L'uomo ha sempre pensato la morte. Oggi più che mai, il digitale offre un'opportunità per ripensare la morte in una prospettiva rivoluzionata. [...]». 
Parole chiave: Morte; Comunicazione; Lutto

Il corpo non dimentica. L'Io motorio e lo sviluppo della relazionalità.

Massimo Ammaniti e Pier Francesco Ferrari, Raffaello Cortina Editore, 2020


«Sigmund Freud ha messo più volte in luce la centralità del corpo nella costruzione del mondo psichico. Questa inscindibilità della mente dal corpo era stata sostenuta secoli prima da Spinoza e ha trovato nel Novecento importanti conferme in campo filosofico da parte di Merleau-Ponty e in seguito grazie al contributo di psicoanalisti come Daniel Stern. Oggi questa ipotesi è stata confermata da ricerche che hanno esplorato le dinamiche corporee nello sviluppo infantile, dalla gravidanza ai primi anni di vita, e che hanno trovato ulteriori evidenze negli studi delle neuroscienze. Azione e percezione sono processi intimamente legati nel cervello e le ricerche sul ruolo del sistema motorio nella costruzione della mente relazionale rinforzano la visione d’inscindibilità tra mente e corpo. Anche in campo clinico, la terapia della parola, che ha fondato la cura psicoanalitica, si è modificata valorizzando le comunicazioni preverbali ed extraverbali intrecciate con il corpo, che ne hanno ampliato lo scenario relazionale. [...]». 
Parole chiave: Corpo; Comunicazione; Pediatria

La ragazza di Bube.

Carlo Cassola, Mondadori, 2016


«Mara è una giovane di Monteguidi, piccolo paese della Val d'Elsa, che all'indomani della Liberazione conosce il partigiano Bube, eroe della Resistenza, e se ne innamora. Questi, tornato alla vita civile imbottito di precetti di violenza e vendetta, ha commesso un delitto e, dopo un periodo alla macchia, viene catturato e condannato a quattordici anni di carcere. Mara, maturata proprio grazie alla forza del sentimento per Bube e divenuta ormai donna, decide di aspettare l'amato con animo fedele e ostinato.nt dans leur vie la plus quotidienne. Et une histoire en a amené une autre. [...]». 
Parole chiave: Letteratura; Etica politica

Inheritance: a Memoir Of Genealogy, Paternity and Love.

Dani Shapiro, Daunt Books, 2019

«What makes us who we are? What combination of memory, history, biology, experience, and that ineffable thing called the soul defines us? In the spring of 2016, through a genealogy website to which she had whimsically submitted her DNA for analysis, Dani Shapiro received the stunning news that her father was not her biological father. She woke up one morning and her entire history--the life she had lived--crumbled beneath her. Inheritance is a book about secrets--secrets within families, kept out of shame or self-protectiveness; secrets we keep from one another in the name of love. It is the story of a woman's urgent quest to unlock the story of her own identity, a story that has been scrupulously hidden from her for more than fifty years, years she had spent writing brilliantly, and compulsively, on themes of identity and family history. It is a book about the extraordinary moment we live in--a moment in which science and technology have outpaced not only medical ethics but also the capacities of the human heart to contend with the consequences of what we discover. [...]». 
Parole chiave: Letteratura; Identità; Sentimenti; Genetica

La mente come teatro. Psicoanalisi, mito e rappresentazione.

Fausto Petrella, Centro Scientifico Editore, 2011

«Le esperienze riabilitative e terapeutiche mediante le arti e le attività espressive costituiscono oggi un vasto movimento nazionale e internazionale dai molti e contrastanti aspetti. La nuova edizione - aggiornata e ampliata di questo testo introduce il lettore a comprendere appieno l'efficacia terapeutica del teatro nelle odierne pratiche riabilitative. Il riferimento al teatro - al dispositivo spettacolare e alla metafora teatrale - ha un'importanza centrale in psicoanalisi che si è mantenuta da Freud fino a oggi. Tra le tante varie proposte riabilitative e terapeutiche, sicuramente le esperienze con il teatro, che già possedevano una consolidata tradizione attraverso lo psicodramma e le sue molte varianti, godono di un particolare prestigio, dovuto alla natura profondamente antropologica e sociale della dimensione teatrale e spettacolare. [...]». 
Parole chiave: Psicanalisi; Teatro; Antropologie

Ippocrate. La malattia sacra.

a cura di Amneris Rosselli, Marsilio, 2001

«"Malattia sacra": così gli antichi indicavano l'epilessia, atterriti dalle sue manifestazioni esteriori, che non potevano non essere causate dal superiore intervento di una divinità. Per la tradizione culturale greca infatti - da Omero a Erodoto -, per le dottrine mediche primitive, ma anche per alcune correnti del pensiero scientifico stesso, l'intervento divino nella genesi delle malattie era considerato cosa normale, imprevedibile e quindi priva della possibilità di controllo. Nel breve e intenso trattato della Malattia sacra - che all'entusiasmo e al vigore polemico del pamphlet unisce la sicurezza di un saldo e coerente sistema teorico unito alla concretezza di nuove scoperte - Ippocrate affronta i rapporti fra divinità e natura, fra superstizione e sapere scientifico. È la prima, decisiva battaglia per la costruzione di una scienza indipendente, capace di conoscere e capire, di prevenire e curare con mezzi propri. Pervasa, nonostante tutto, da una religiosità profonda - poiché il divino è nella natura stessa, nel suo ordine e nel suo sistema - quest'opera si impose e tuttora si impone come il manifesto del pensiero laico ed empirico che segna la nascita della scienza in senso moderno. [...]». 
Parole chiave: Storia della medicina; Malattia; Etica
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